Giordano, Careca, Cavani. Higuain, Mertens: Victor spunta dall’ombra e si mette in scia!

Per un anno, tra un’infermeria e l’altra, in quella gimkana con la dea bendata, Osimhen è stato poco se stesso, e i dieci gol hanno avuto la funzione di stuzzicarne le prospettive, di provare a individuarne i suoi margini di miglioramento. Sembrava, alla prima di campionato, ancora alle prese con i fantasmi che umanamente a volte lo posseggono, e il rosso (esagerato) per la manata rifilata nell’area affollata del Venezia un po’ apparteneva anche alla propria esuberanza. La sua Napoli, quella che ama godersi dal panorama di Posillipo, dove ha preso casa, quella di Via Chiaia dove se ne va tranquillamente a passeggiare, quella che va ancora scoperta e di lui sa poco, è rimasta «scossa» nel cuore di una sera struggente, perché non capita spesso di trasformare uno 0-2 in un 2-2, da quel ragazzo senza limiti che ha deciso di sfidare le stelle, sistemando nella scia dei Giordano e dei Careca, dei Cavani e degli Higuain, ma anche di Mertens, il re sistemato (gerarchicamente) nella penombra: forse per rubargli i segreti e le coordinate del percorso che conduce dritto al trono di re dei bomber. La meglio gioventù vuole riscrivere la Storia.  

La Redazione

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