L’editoriale di Alessandro Barbano dopo la partita d’esordio di questa stagione del Napoli in Europa League:
La fiducia è il vero bottino di questa trasferta. Perché il pareggio strappato in zona Cesarini sul difficile campo del Leicester è la prova d’orgoglio che Spalletti chiedeva al suo gruppo quando ha detto alla vigilia: «Il Napoli ora deve fare il Napoli». E il Napoli lo ha fatto, nel senso che intendeva il tecnico, lottando per novanta minuti e spostando con coraggio, e anche intelligenza tattica, il baricentro del gioco nella metà campo avversaria. Il bilancio di 22 tiri, contro i 7 degli inglesi, testimonia un dominio che, su un campo così difficile, non era scontato.
Gli interrogativi però sono il lato oscuro di questa gara, che rappresentava la prova del nove sull’adeguatezza del Napoli agli obiettivi ambiziosi che il club si è posto in Italia e in Europa. La prova non può dirsi superata a pieni voti, perché contro l’aggressività non impeccabile degli inglesi sono venuti al pettine i limiti degli azzurri: la debolezza degli esterni e l’inesistenza di un regista all’altezza. Se poi fallisci nel primo tempo le quattro occasioni sciupate da Malcuit, Osimhen, Zielinski e Insigne, rischi di soccombere contro una squadra, il Leicester, decisamente inferiore sul piano tecnico.
Malcuit a destra e Di Lorenzo a sinistra non sono una scelta ideale, ma un adattamento non privo di effetti collaterali. Il francese non garantisce in copertura, è evanescente e confuso nella spinta sulla fascia e nelle conclusioni.
Ma c’è un altro interrogativo che da Londra ritorna senza risposta, e riguarda l’assenza di un regista di ruolo. Fabian non è Jorginho, e si vede. In una squadra che fa del palleggio veloce la sua maggiore qualità, la sua lentezza e la sua prevedibilità sono un handicap.
Che cosa vuol dire questo sul futuro del Napoli? Lo scopriremo solo aspettando altre prove difficili. Per intanto rallegriamoci di aver visto un carattere adeguato alle qualità tecniche e tattiche degli azzurri. E, più di tutto, festeggiamo i gol di Osimhen per quello che sono: la firma di un campione che sta sbocciando sotto i nostri occhi”.