Spalletti prende tutto di petto: «Europa League, ci puntiamo. è una cosa seria»

È pur sempre la coppetta di riserva. Niente a confronto della Champions. Ma Luciano Spalletti non ha l’aria di chi si deve accontentare. D’altronde, fa parte del personaggio. «Se scendiamo in campo con presunzione e con la convinzione di essere forti, pensando a chissà cosa abbiamo fatto in queste prime tre giornate di campionato, il Leicester ci metterà in seria difficoltà». Sognava la musichetta della Champions, il Napoli. In fondo, lo avrebbe anche meritato viste le sventure dello scorso anno e il traguardo crollato sotto i piedi sul più bello. Si ritrova a Leicester, che a maggio ha vinto la Fa Cup ma che cinque anni fa ha conquistato la Premier. E che ancora per tutti è una specie di favoletta ambulante e non un club di proprietà del magnate thailandese Khun Aiyawatt Srivaddhanaprabha che solo per il nuovo centro sportivo ha speso 120 milioni di sterline. Spalletti vuole delle risposte. «Non possiamo prendere nulla sottogamba, non possiamo non avere l’Europa League come obiettivo perché la qualità e l’attenzione nel calcio non sono come una luce che si spegne e si accende con l’interruttore quando si vuole. Non possiamo snobbare nulla, anche perché ne va di mezzo la mia credibilità con la squadra che fiuterebbe subito se penso che questa coppa non è un nostro obiettivo». Lucianone, dopo quello di Allegri, ha un altro tabù da cancellare: perché negli otto precedenti in Inghilterra ha sempre perso (clamoroso il 7-1 del Manchester United alla sua Roma). «Non è uno spareggio per il primo posto, è troppo presto. Non cambieremo 4 o 5 calciatori, è presto per fare queste cose. Devo valutare le tossine e altre situazioni». Il primo dubbio riguarda Insigne. Che Luciano non scioglie: «Ha saltato un solo vero allenamento. Decidiamo in base a come si sente». In ogni caso, rispetto a martedì quando il pessimismo sulla sua presenza era totale, è come se fosse spuntato un arcobaleno. Pronto, prontissimo è Lozano, mister 38 milioni: o al posto del capitano o di quello di Politano ma il messicano dovrebbe essere titolare.

P. Taormina (Il Mattino)

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