Victor e Jamie, due storie di periferia, percosi di vita difficile

Fuori dal campo i due attaccanti hanno avuto esperienze non certo semplici

Mentre Jamie inaugurava la scalata alla Premier, Victor iniziava a correre come una gazzella lontano dalla savana: è il 2015, quando conquista il Mondiale Under 17 in Cile con la giovane Nigeria nonché l’alloro di capocannoniere con 10 gol. Il mondo ormai lo guarda, s’interessa a lui, tant’è che nel 2017 saluta la Ultimate Strikers Academy di Lagos, la sua prima squadra, e vola in Germania, al Wolfsburg. A 19 anni: ma prima d’allora, beh, di strada ne ha fatta. Anche a piedi scalzi, da bambino, alla periferia della capitale: a Olusosun, sito di una gigantesca discarica a cielo aperto dove scavando, scavando recupera i primi scarpini della vita. Ultimo di sei figli, padre poliziotto e madre ambulante, Victor respira fame e pallone sin da bambino. E poi smog, dicevamo: è sulle spalle di mamma, volata via quando aveva 6 anni, che comincia a vendere buste d’acqua ai semafori di Lagos; operazione ripetuta poi da solo per aiutare un fratello, venditore di giornali sportivi; una sorella, venditrice di arance; e papà, ex poliziotto disoccupato. Nel tempo libero, ovviamente, il calcio: gli Strikers si accorgono delle sue qualità e così la vita abbozza un sorriso: il mondialino, la Germania, lo Charleroi in Belgio, il Lille in Francia e il Napoli. Il campionato e domani l’Europa League contro Vardy, già a segno due volte in Premier mentre lui è ancora a zero. Osi è sempre stato tifoso del Chelsea, è vero, ma Jamie è avversario da brividi. Un mito: qua la mano, fratello di gol e sacrifici. On fire.

Fontee: F. Mandarini (CdS)

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