Le “ombre” del referto arbitrale scritto da Aureliano

La sentenza di secondo grado cancella una giornata di squalifica a Victor Osimhen e ironia della sorte, contemporaneamente, a Capo Verde, l’attaccante segnava il gol dell’1-1 della sua Nigeria nella gara di qualificazione per il Mondiale in Qatar. De Laurentiis era certo che l’avrebbe spuntata anche questa volta. Qualcosa nel referto scritto da Aureliano non tornava. Un passaggio, soprattutto. Come Aureliano poteva scrivere di gesto avvenuto con il pallone distante, se era stato appena battuto un calcio d’angolo? E’ stato Franco Granato, rappresentante dell’Aia a contattarlo al telefonino per avere delle delucidazioni. Al momento in cui Aureliano viene chiamato, più o meno attorno alle 16,45 ovvero subito dopo che il legale del Napoli ha esposto le ragioni del club, è chiaro che il dubbio ha iniziato a far breccia tra i giudici della corte d’Appello. Cosa fondamentale. Ed era quello che serviva. Perché né i frame, né altro potevano portare a questa conclusione. Quello che conta, anche qui, è il referto arbitrale. «Come fa a essere considerato violento un gesto dove il calciatore colpito non si fa nulla?». Ecco, più o meno questo il ragionamento portato avanti dal presidente Volpe e dal giudice relatore, Lorenzo Attolico e che ha portato al dispositivo che riduce a una giornata lo stop di Osimhen (multato di 15mila euro).
Il Mattino
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