Koulibaly, Osimhen, Lozano e gli altri sono stati avvisati dal Napoli: se non ci saranno deroghe alle restrizioni attuali sui rientri dai paesi inseriti nella lista rossa, non potranno prendere parte alle gare di qualificazione mondiale delle proprie nazionali. Il Napoli non può far diversamente, d’altronde AdL quasi non attendeva altro: perché la norma anti-Covid parla chiaro e chi rientra da Africa, Sudamerica e Centroamerica (ma anche da alcuni stati europei come la Macedonia dove gioca Elmas) dovrà poi restare in quarantena per dieci giorni con doppio tampone al secondo e all’ottavo giorno. Tradotto: ben sei azzurri salterebbero le gare con Juventus, Udinese e l’esordio in Europa League. Impensabile. Già è troppo alto, come ha riferito Gabriele Gravina nel suo report annuale sullo stato di salute del nostro calcio, il livello di indebitamento delle società italiane a casa degli effetti devastanti della pandemia, per poter sostenere anche questa situazione. Lo scontro con la Fifa appare imminente. Peraltro, ieri anche la Lega francese si è schierata sulle medesime posizioni della Liga, della Premier e della Lega di serie A. Un fatto inusuale, la presa di posizione anti-Fifa. E c’è un altro segnale, per nulla distensivo ovvero il no del premier britannico Boris Johnson al presidente Fifa Gianni Infantino che aveva chiesto, con una lettera, di venire incontro alle nazionali, applicando il protocollo di Euro 2020. Ma Downing Street ha respinto la richiesta. Fonte: Il Mattino