Pellegrini, la Divina: “Non è facile smettere, ma sono soddisfatta e va bene così”

Lei è la Divina, al secolo Federica Pellegrini. La stella più splendente della Isl e non solo. Ha deciso di chiudere la sua vita agonistica in vasca con questa competizione a squadre che prende il via stasera alla Scandone di Napoli. 
Torna a Napoli dopo due anni: che effetto le fa? «L’ultima volta ero venuta nel 2019 proprio per la prima edizione della Isl e sono contenta che si torni proprio qui. Questa è una competizione importante: Napoli e l’Italia sono perfette come cornici per ospitarla. Peraltro questa è una città straordinaria e tutti i ragazzi della squadra, italiani e stranieri, sono molto affascinati da tutto il contesto: sono affascinati dalla città, sono affascinati dalla gente e ovviamente sono affascinati dal cibo».
E lei? «Beh io sono la capitana della squadra e quindi mi toccherà non solo portare punti in vasca ma anche provare a far fare ai miei compagni quante più esperienze possibili in queste 5 settimane. Perché alla fine ci sono le gare, certo, ma è come se fossimo in una sorta di collegiale e quindi tocca trovare anche il tempo per distrarsi un attimo».
Intanto la prima pizza l’avete già mangiata… «E non sarà certamente l’ultima. Ma in generale abbiamo già in programma un bel po’ di idee in cantiere».
Del tipo? «Vorremmo vedere Napoli sotterranea, assistere dal vivo alla preparazione della mozzarella e mangiarne subito un po’ quando è ancora calda. Ma anche andare in gita in barca verso le isole. Insomma, il programma è bello ricco, anche se il problema è che siamo in tanti, perché ci muoviamo in 40».
Non male come programma per quello che a tutti gli effetti sarà il suo «Last dance»… «Non è facile smettere. Ma sono contenta che alla fine le cose siano andate così. La carriera di un atleta è caratterizzata da un interruttore che si accende e si spegne. In più questi ultimi anni sono stati strani: prima un lockdown lunghissimo, poi il Covid. C’è stato un insieme di elementi che hanno accelerato questa mia consapevolezza e questa mia decisione. Ma posso ritenermi soddisfatta: ho fatto tutto quello che potevo dare in questo sport».
Nessun rimpianto? «Quelli ci sono sempre. Credo sia inevitabile».
Il suo più grande? «Dico i 400 metri di Pechino. E poi aggiungo anche qualche altra gara sempre nei 400».
E l’Olimpiade di Tokyo? «Impossibile negare che senza il rinvio di un anno me la sarei giocata di più. Ma mettere la firma su una medaglia è impossibile. L’Olimpiade è competizione che riserva sempre grandi sorprese».
Ma ora è tempo di bilanci… «In carriera non mi sono fatta mancare niente tra alti e bassi. Ecco perché adesso sono serena con me stessa: serena per quel che ho fatto. Sono consapevole di non essere mai stata un robot. Ho avuto tanti problemi nella mia lunga carriera, così è la vita. E forse ho sbagliato gare che avrei potuto vincere facilmente. Ma sono soddisfatta di tutto. Lo sport aiuta a crescere nel modo giusto: è una scuola di valori che aiuta tantissimo, soprattutto i giovani».
Oggi, si parte con la Isl: cosa chiede a questa competizione? «Innanzitutto mi aspetto tanto divertimento. Per quanto riguarda l’obiettivo di squadra, è arrivare in semifinale. Non ci siamo mai riusciti, ma con la squadra di quest’anno possiamo farcela».
Che gare sono quelle della Isl? «Molto diverse rispetto a quelle dell’Olimpiade. Sono molto spettacolari e il fatto che si gareggi per la squadra e non per il singolo cambia tutto nella testa dell’atleta. È decisamente meno stressante, e questo aiuta molto. Ecco perché le performance sono tutte di altissimo livello. Ma attenzione: mi aspetto grosse sorprese».
Il Mattino, B. Majorano
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