Sul luogo del delitto, se c’era bisogno di far pace con il pubblico di Napoli, la pace è bella che siglata. Come dimostrano i cori finali dei 18mila del Maradona. Una sofferenza, questo esordio. Il 4-3-3 ruota attorno a un timido Lobotka ma che ha nel tridente il punto di forza. Insigne può sbagliarne uno di rigore (gli è successo in Supercoppa) ma poi quello dopo lo segna. E così ha fatto anche con il Venezia. Squadra troppo remissiva, quella veneta. Anche in superiorità numerica non ha mai neppure tentato di prendere il pallino della situazione. Napoli spietato, costante e assai convinto dei suoi mezzi. E che condizione atletica già alla prima giornata.
6 Meret
Pronto al quarto d’ora: uscita sbagliata dal Napoli, Johnsen ci prova, il portiere ci va sicuro. Non corre altri pericoli, sereno nell’ordinaria amministrazione, perché anche in 10 il Venezia non va oltre qualche conclusione da lontano. Poca roba. Il palo esterno lo salva su Forte ma l’impressione è che comunque c’era.
6,5 Di Lorenzo
Stringe bene quando serve, seguendo con attenzione le folate di Di Mariano. Diverse buone percussioni, mette in costante difficoltà Molinaro, fino all’inferiorità numerica. Poi in uno dei suoi sfondamenti, Ceccaroni ancora allarga il braccio in maniera maldestra e conquista il rigore che scaccia i fantasmi.
6 Manolas
Tutto facile su Forte, tre-quattro interventi in anticipo senza grosse difficoltà. Pulito nella prima impostazione. Buoni anticipi e buona sincronia con Koulibaly. Approfitta della pallida prova del Venezia per lanciare un paio di inviti calibrati. Non soffre mai in copertura e si salva con la sua esperienza.
7 Koulibaly
La prima chiusura, al sesto, su Johnsen, mette in chiaro che tipo di partita vuol giocare: tosta e concentrata. Quando si ripete in scivolata al quarto d’ora è pioggia d’applausi. Chiusura da gladiatore all’80’. Ma è un costante punto di riferimento per l’intero reparto, a volta basta da solo a fronteggiare il Venezia.
6 Mario Rui
Spalletti chiede a gran voce di giocare il pallone sul suo mancino: proficuo il triangolo con Insigne, Peretz ed Ebuehi provano a stringere senza successo sul suo giro-palla con Insigne e con Zielinski fin quando il polacco è stato in campo. Suo il traversone che la mano di Caldara blocca.
5,5 Fabian Ruiz
Qualche pallone perso, ma da interno destro di centrocampo regala buone sensazioni, andando a recuperare diversi palloni, anche se non riesce a presentarsi pericolosamente negli ultimi metri. Con gli spazi che là nel mezzo gli concede la mediana veneziana doveva avere più coraggio.
5,5 Lobotka
Approccio alla gara difficile, tanti i richiami di Spalletti per lui. E tutti sacrosanti. Si fa irretire dal fraseggio veneto, soprattutto dopo l’inferiorità. Playmaker metodico senza il pizzico di genio che servirebbe per far correre la palla in verticale oltre il muro veneto, la sua prova è da rivedere.
6 Zielinski
Parte interno di centrocampo, si accende in modo non sempre dirompente, ma riesce sempre ad esser pericoloso. Esce poco prima dello scadere della prima frazione per un infortunio muscolare, facendo a Spalletti il secondo regalo ben poco gradito della serata.
6 Politano
Bravo a supportare Di Lorenzo su Di Mariano, si vede con meno continuità in fase offensiva. Diventa l’uomo tattico di Spalletti dopo che il Napoli viene ridotto in dieci, rende gli azzurri un 4-4-1 in fase di non possesso ed un 4-3-2 quando il pallone è degli azzurri. Corre fino alla fine.
4 Osimhen
La corda della pazzia. Indemoniato per venti minuti,. Aggredisce chiunque, soprattutto Maenpaa, sfiorando il gol tre volte. Ma poi aggredisce, sul serio, Heymans. Ma che gli salta per la testa? Colpo plateale, meno violento di quello che può sembrare. Ma non ha senso rischiare così senza un briciolo di logica.
7 Insigne
Ogni volta che rincula per dettare, ci scappa un’idea. Sbaglia il primo rigore, non certo il secondo. Filtra gran parte dei palloni offensivi, molto reattivo. Il pallone per Politano a metà frazione, con un timing gustoso, ha ricordato quando quella sfera aveva i giri contati per Callejon. Prima punta senza Osimhen. Alto livello.
6,5 Elmas
Entra al 35’ e si piazza all’esterno del 4-4-1 che Spalletti disegna per fronteggiare l’inferiorità numerica. E lui è agile assai anche se qualche volta un po’ sbadato nella gestione delle ripartenze. Trova il gol in una percussione e con una azione insistente che ne descrive anche il carattere. È uno degli assi nella manica.
6 Lozano
Tanta volontà nel proporsi e altrettanta difficoltà nel trovare spazi e dettare idee: si piazza sul lato destro del campo e davanti a sé ha delle praterie ma non ha ancora lo stesso passo degli altri. Inserimenti a piccoli passi, Chucky mostra comunque di avere già i movimenti per poter tornare utile in tempi brevi.
6 Gaetano
Prendere il posto di Fabian Ruiz non è mai semplice. Molto meno visibile nella fase offensiva rispetto allo spagnolo. Spettava soprattutto a lui rialzare la squadra una volta preso il posto dello spagnolo ma probabilmente gli ordini erano altri. Comunque, si è mosso bene, ha arginato e non si è tirato indietro.
sv Petagna
L’impressione è che entri solo per la standing ovation che Spalletti vuole dedicare a Insigne. Ma è una pedina di quelle che può servire, magari già con il Genoa visto che Osimhen verrà squalificato: in ogni caso è uno che lo scorso anno il suo contributo lo ha dato sempre. E lo darà anche quest’anno.
6,5 Spalletti
In dieci contro undici si mette con il righello e il compasso e ricomincia daccapo. Aveva in mente ben altro, ma alla fine piazza i suoi con un 4-4-1 e ne viene fuori un assalto costante. All’inizio la sua mano si vede in quella ricerca costante, continua e ossessiva che c’è per Osimhen, poi la squadra gira e rigira con pazienza e senza mai perdersi. Un buon inizio, nonostante la salita del rosso iniziale.
Fonte: Il Mattino