Ambizioso, determinato, carico, convinto, fiducioso: Spalletti comincia l’avventura in campionato sulla panchina del Napoli stasera contro il Venezia al Maradona e chiarisce il suo punto di vista sul mercato, sulla sfida che lo attende, sulle sue aspettative.
Che ruolo potrà avere il suo Napoli?
«Non mi convinceranno mai a non pretendere cose importanti da loro poi si vede strada facendo quale sarà la nostra ambizione, però andremo sempre a confrontarci per ottenere il massimo contro chiunque. E poi l’addizione delle volte che ci riusciremo farà la realtà delle nostre ambizioni».
Cosa si aspetta dalla sua squadra contro il Venezia?
«A me sembra che non manchi niente, abbiamo avuto questa settimana ulteriore per completare le cose da esercitare in conseguenza degli ultimi arrivati, conosciamo la strada da percorrere e dove vogliamo andare. Mi aspetto di vedere quella convinzione di sapere di essere forti. Ci attende una gara difficile: l’anno scorso ho visto Empoli-Venezia e i veneti già mi impressionarono per il gioco e per l’organizzazione tattica di Zanetti».
Si aspettava di essere a questo punto della stagione con quest’organico o con qualche elemento in più?
«A me non manca niente per andarmi a giocare la partita e quelle successive. Poi se si va a guardare per il futuro, probabilmente se capiterà qualcosa per andare a completare lo faremo. Ma i calciatori devono sapere che non ci manca niente per il nostro percorso che è bellissimo. Per cui si parte forte con l’intenzione di arrivare forte».
Manca una settimana alla fine del mercato, teme di perdere qualche pezzo della sua pregiata collezione?
«Quando sono venuto ho detto che ero felice di essere a Napoli per i calciatori che c’erano già dentro la rosa e per la bellezza della città e la passione dei tifosi: quei nomi preferirei tenerli e su questi vado a basarmi per il futuro».
Juan Jesus giocherà anche da terzino oltre che da centrale?
«È un calciatore che conosco bene: è stata una grandissima occasione che il nostro direttore sportivo Giuntoli è riuscito a portare a casa. Ci darà una mano importante perché sa adattarsi a fare oltre il centrale anche da terzino: è forte fisicamente, veloce, integrissimo, una persona del livello di quelle che ha trovato qui, stupende».
Lei passa come garanzia e il colpo del mercato del Napoli: sente il peso della responsabilità e come definirebbe la sua sfida, la più bella della carriera, o magari pruriginosa?
«Ho trovato una piazza molto disponibile e questo mi ha reso felice, però voglio dire che essere con me significa essere con il Napoli. Io voglio tutte le responsabilità del mio ruolo perchè è importante e la squadra è importante. Per quanto riguarda quello che riusciremo a fare dipenderà da come riusciremo a mettere in ordine i nostri passi cominciando dal Venezia. Se cominci a fare passi ordinati, quelli successivi vengono altrettanto ordinati. E’ una sfida sicuramente bella, aumento il carico e direi che è la mia sfida più arrapante».
Ha usato come slogan Sarò con te, i tifosi cantano anche noi vogliamo vincere, cosa risponderebbe?
«Rispondo che hanno ragione perché anche noi vogliamo vincere. Avere nuovamente la presenza dei tifosi ci permetterà di guardare direttamente nei loro occhi quella che è la loro passione e verrà di conseguenza domandarci se stiamo facendo il massimo oppure no per onorare quella passione. Perché bisogna riempire la maglia del Napoli di quelle cose che si aspettano. Questa non è una piazza come tutte le altre, dobbiamo avere la forza di sopportare la pressione di tutti quegli occhi che ci guarderanno. Se qualcuno pensa di non essere osservato, o si sente più comodo senza esserlo, allora l’unica soluzione è non giocare nel Napoli. Le responsabilità vogliamo prendercele tutte, tutti noi».
Cosa le è piaciuto finora di più e di meno del Napoli?
«Mi è piaciuto l’adattamento nel passare da 4-2-3-1 al 4-3-3, la duttilità, ma soprattutto la qualità degli elementi e delle persone di livello nel comportamento nel vivere in un luogo dove bisogna adattarsi: la disponibilità ad essere un gruppo, mettendoci dentro anche quelli come Tommy il magazziniere, il cuoco Paolo, tutti coloro che vivono qui dentro. Siamo un gruppo compatto e la differenza la fa il comportamento regale di uno come Koulibaly, da persona che parla con tutti con semplicità e che potrebbe permettersi qualsiasi cosa ma è il più umile di tutti, composto, normale, corretto».
Con quello che ha può arrivare fino in fondo per provare a vincere?
«Questa gente ha visto giocare il più grande di tutti in quello stadio. Dovremo parlare ai tifosi tramite il lavoro e l’attaccamento alla maglia, poi vedremo perché ce ne sono tanti che vogliono vincere e non bisogna troppo esagerare chiedendo subito il massimo. Partiamo e valutiamo le cose con calma».
Con Mario Rui, Juan Jesus che si adatta, Ghoulam, Zanoli che stima e può adattarsi lei si aspetta un esterno mancino?
«Di Lorenzo, Malcuit, Zanoli: ci sono altri elementi che possono giocare a sinistra o anche prendere il posto di Mario Rui. Siamo a posto, io con le lamentele non ho mai fatto la classifica. Non mi porta benefici dire ci manca questo o quello. Lamentarsi è un po’ la teoria degli sfigati».
Osimhen può essere devastante più nel 4-2-3-1 o nel 4-3-3?
«Osimhen è un calciatore forte, ha la qualità di andare nello spazio, uno che va su ogni pallone, si fida ciecamente della sua velocità, deve fare ancora delle conoscenze per quello che riguarda il nostro calcio, partecipa a qualsiasi azione con una rabbia straordinaria, altri calciatori che ho avuto si lamentavano no se gliela davi un po’ lunga o di traverso. Dobbiamo fare entrambe le cose, non dimentichiamo i tanti attaccanti esterni di livello eccezionale che abbiamo».
Come sintetizza i suoi primi mesi a Napoli e cosa si sente dire ai tifosi azzurri?
«Ogni volta che ci provo mi vengono in mente subito i mille colori di Pino Daniele, c’è sempre questa luce, questi riflessi sul mare, una roba bellissima. Poi non abbiamo da dire ai tifosi, ma solo respirare la loro passione e portarla dentro al campo»
R. Ventre (Il Mattino)