Marilicia Salvia scrive:
“Spalle’, fa caldo, ci viene da dire parafrasando quella famosa pubblicità. Fa caldo, troppo caldo in questa rovente
Le potremmo dire, volendo, della straniante altalena di emozioni che ci ha portato fin qui, fino al burrone del ridimensionamento sul quale ci rifiutiamo di affacciarci: ma sarebbe inutile, perchè ci ha già detto che considera
E noi così stiamo adesso, aspettiamo. Aspettiamo di essere smentiti. Aspettiamo un campionato onesto, sincero, degno del titolo europeo che il calcio italiano si è meritato affrontando ogni sfida esattamente così, a viso aperto. Aspettiamo la stessa trasparenza, aspettiamo squadre che vadano in campo per affrontarsi divertendosi come l’Italia di Mancini ci ha dimostrato che si può fare, aspettiamo società che rispettino, con i valori dello sport, il fair play finanziario che impone di non fare passi più lunghi della gamba: onore all’Inter, a proposito, che di fronte alle difficoltà dei proprietari si è auto-ridimensionata, non ha ceduto alle lusinghe della finanza creativa che da troppo tempo avvelena i pozzi della sana competitività. Ecco, noi questo adesso vogliamo, adesso che ci dicono – ed è la prima volta dopo diversi anni – che il Napoli non parte tra i favoriti per lo scudetto: dateci un campionato equo, a ribaltare i pronostici ci pensiamo noi. Perché sì, forse non abbiamo il miglior attacco possibile, ma abbiamo Oshimen e sbagliano di grosso i bookmakers che ci danno a 12 insieme con il Milan, molto staccati da Atalanta, Juventus e Inter. Sbaglia chi crede a un campionato dal finale già scritto, solo perché Allegri
Insomma, caldo a parte, ce la possiamo fare. Possiamo riuscire a gettare il cuore oltre il Venezia, a ritrovare interesse per formazioni, risultati, conferenze stampa. Sì, quei collegamenti a fine partita, quei faccia a faccia con allenatore e calciatori che ci sono stati negati per quasi un anno, uno sproposito a ripensarci, che tra squadra e tifosi ha allargato una voragine. Insomma ridateci le conferenze stampa, che sulle chiacchiere da bar ci organizziamo noi. Pensiamo noi ad alimentare miti, aspettative, speranze. Quello che è il mestiere dei tifosi, ciò che rende speciale ogni attesa e ogni post-partita, e che abbiamo dovuto soffocare dentro mesi di sconcertante silenzio. Noi che la Champions la volevamo più dei giocatori in campo quella brutta domenica di maggio, noi che non ci fidiamo più delle mezze promesse e restiamo vigili fino a chiusura del calciomercato, perché Lorenzo se vuole potrà anche andare via, ma non in cambio di nulla, non allo scopo, a noi tifosi estraneo, di far quadrare conti che peraltro già quadrano. Dateci un segnale, da Castelvolturno, uno solo, a noi che i Ronaldo e i Lukalu e i Messi li vediamo sempre con il binocolo e gli Emerson Palmieri ci
Si può, si deve sognare in grande anche contro ogni evidenza, ed è quello che faremo, anche quest’anno, come sempre, noi che pure se arrabbiati, delusi, sconfitti sappiamo poi tornare sempre dove eravamo, dove ci hanno portato i nostri padri, dove abbiamo portato i nostri figli: sulle gradinate, non solo reali ma soprattutto metaforiche, della passione azzurra. Noi tifosi che chiediamo di più e non ci stancheremo mai di farlo, mister Spalletti, perché lo meritiamo, perché solo così ha un senso. Buon campionato e forza Napoli, allora: pure se fa un caldo impossibile, pure se abbiamo voglia zero, ci consideri già a caccia del canale streaming giusto, da guardare mentre mangiamo anguria sotto l’ombrellone“.
Fonte: Il Mattino