CALCIO FEMMINILE – Ilenia Nicoli neo coach del Parma

Il club emiliano annuncia il nuovo coach per la prossima stagione

Come preannunciato in un tweet oggi pomeriggio direttamente dal presidente del Parma Calcio 1913 Kyle Krause, Ilenia Nicoli è il nuovo allenatore della Prima Squadra del Parma Femminile: “Oggi la nostra squadra femminile inizia ad allenarsi per la nuova stagione. Un altro nostro team che proverà ad ottenere la promozione. Ci impegniamo a migliorare anche la nostra squadra femminile. Grazie a @filippogalli5 per tutto il tuo lavoro su questo. In bocca al lupo a llenia Nicoli e alle ragazze, Forza Parma”.

Conosciamo Ilenia Nicoli attraverso questa video intervista a cura di Gabriele Majo, responsabile ufficio stampa e comunicazione del Settore Giovanile e delle Squadre Femminili del Parma Calcio 1913:

Benvenuta Ilenia Nicoli, quali i tuoi trascorsi? “Buongiorno a tutti, se vi parlassi dei miei trascorsi da calciatrice vi annoierei, perché sono stata in tante squadre e quindi mi dilungherei, per citare le principali ho giocato nel Bologna, nel Modena, al Verona, ho fatto qualche presenza in Nazionale, diciamo che mi sono divertita molto e questo è importante. Poi ho avuto qualche problema ad un ginocchio, per cui ho iniziato ad allenare molto presto, attorno ai 30 anni, ho fatto subito la A2 Femminile per tre anni, dopo di che ho iniziato a fare il settore giovanile maschile, perché mi incuriosiva capire come fosse la realtà dei maschietti. Dopo di che ho ricominciato con il Femminile: ho fatto tre anni a Sassuolo come allenatrice della Primavera e l’ultimo anno a Cittadella in Serie B. E ora sono qui…”

Complimenti, un curriculum di tutto rispetto: noi avremmo voluto essere in Serie C, ma per le ragioni spiegate nei giorni scorsi ci ritroviamo in Eccellenza, non essendoci stato il tanto auspicato ripescaggio, grazie comunque perché stai condividendo il nostro progetto pur in una categoria inferiore… “Grazie sono io che debbo dirlo alla Società per avermi coinvolta in questo progetto. In effetti il progetto iniziale era quello di fare la Serie C, così non è andata, ma io sono lo stesso molto felice di essere qua e spero di riuscire a dare qualcosa a queste ragazze e di poter crescere insieme per nuove avventure, chissà…”.

Quale il primo messaggio che indirizzi alle giocatrici prima dell’inizio di questa esperienza? “La prima cosa in assoluto che vorrei dire è che purtroppo troppo spesso ci dimentichiamo che il calcio è divertimento, coesione, stare insieme e amore per un gioco meraviglioso e dunque tutto questo non deve mai mancare. Spero di poter avere l’attenzione di tutte le ragazze, di riuscire a crescere insieme e dare a loro la possibilità di fare anche qualche piccolo passo in avanti, perché no? Intendo tatticamente anche varie soluzioni, ma l’importante, ripeto, è che le ragazze si impegnino. Cerchiamo insieme di crescere, assieme a tutto lo staff, per poter dare il meglio a questa Società.”

Quale il tipo di calcio che prediligi? “Avere sempre la palla? (sorride, ndr). Fa un po’ parte del mio carattere: quando ero una giocatrice ero abbastanza guerriera e questo è quello che vorrei dalla squadra. Avere fame di fare bene, aver fame di avere sempre il pallone e quando non lo abbiamo cercare di riconquistarlo subito e saperlo gestire e avere la pazienza di gestire, ma nello stesso tempo avere tanto coraggio, perché credo che alla fine sia questo che alle volte manca, e in questo dobbiamo essere bravi noi, all’interno dello staff, a dare la possibilità alle ragazze di avere coraggio in base a quelle che sono le loro potenzialità”.

Cosa hai “rubato” nella tua esperienza nelle giovanili maschili che pensi si possa travasare nelle femminili? “Ho “rubato” tanto, nel senso che aver provato sia ad allenare i ragazzi che le ragazze mi ha dato la possibilità, a livello umano, di capire che ci sono delle differenze importanti nell’approccio alla partita, nell’approccio agli allenamenti: le ragazze sono molto differenti dai ragazzi nella modalità di approccio, appunto, non sono diverse, invece, dentro a un campo, perché tutto quello che puoi insegnare a un ragazzo lo puoi insegnare anche a una ragazza, però, sicuramente, i maschietti, a differenza delle ragazze, sono un po’ più terra terra, non fanno tanti voli pindarici, mentre noi siamo un pochino più complesse, e quindi è necessario, a livello umano, a livello psicologico, avere tante informazioni per poi poterle trasmettere nel modo giusto, perché se parlo con una ragazza o se parlo con un ragazzo, la modalità deve essere un po’ diversa”.

Come sta il calcio femminile oggi? Negli ultimi anni l’ottimo lavoro della Nazionale e l’interesse dei grandi club ha accesso i riflettori su questa realtà… “Quello che dico sempre alle ragazze che giocano a calcio oggi è che hanno la grande fortuna di avere la strada un po’ più spianata, perché quando giocavo io tutto questo era impossibile: intendo solo il fatto, ad esempio, che quest’anno le partite di Serie A vengono trasmesse su La 7, prima su Sky, insomma, l’attenzione mediatica che c’è oggi prima non c’era. Credo che grazie alla Nazionale ci si sia resi conto del fatto che il calcio femminile può essere un calcio divertente, anche se un po’ più lento di quello maschile e questo è entrato nelle case degli italiani e di conseguenza anche nelle case degli imprenditori e delle società professionistiche.”

Fonte: parmacalcio1913.com

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