Dario Marcolin, capitano del Napoli dal 2003 al 2004 ha parlato in un’intervista a Il Mattino, in particolare della vicenda che sta interessando il rinnovo di Insigne.
«Ma Napoli è casa sua, casa di tutti gli attori di questa storia. Questo può fare la differenza».
Cosa si aspetta dall’estate di Insigne?
«Credo che possa finire la carriera a Napoli, mi viene difficile vederlo altrove. È il capitano, ha dei doveri, è il simbolo della squadra e ha appena vinto gli Europei con la 10 sulle spalle. È nel momento migliore e restare converrebbe a tutti, anche a De Laurentiis».
Che non ha – per ora – incontrato il suo agente.
«Pisacane è napoletano, sa quello che significa Insigne per la squadra e la piazza. E poi se avesse voluto cambiare squadra avrebbe potuto farlo a 23 o a 25 anni, non adesso. Ha l’età giusta per vivere gli anni migliori».
L’Europeo vinto può cambiare qualcosa?
«È entrato nella storia del calcio italiano con la vittoria, ma la sua situazione contrattuale è strana. Di solito i giocatori in scadenza devono accontentarsi, Insigne no: è sulla bocca di tutti, vive la sua maturità calcistica, ha la possibilità di scegliere il futuro. Ma dovrà sedersi e discuterne con De Laurentiis».
Spalletti che ruolo avrà?
«Non è uno sprovveduto, sa di avere tra le mani il 10 della nazionale, un giocatore fondamentale. E non dimentichiamo il lato tecnico: Lorenzo sarà fondamentale nel suo gioco, sposta gli equilibri. Da ora avrà anche più peso nello spogliatoio. Quando Spalletti gli fa i complimenti in diretta, sta mandandogli un messaggio».
Il rinnovo di Mertens può condizionare le voglie del Napoli? «Sicuramente c’è un precedente importante, ma Dries è poi stato sfortunato questo’anno. Un paragone, però, secondo me si può fare: Mertens e il Napoli risolsero tutto con un incontro faccia a faccia. Deve essere così anche per Insigne».