Sembra un crudele gioco del destino quello che ha vissuto Luciano Spalletti, prima con Totti e Icardi, e ora con Insigne, il cui destino al Napoli è tutt’altro che sicuro. “In passato coinvolto negli addii di Totti e Icardi in ritiro aveva elogiato apertamente Insigne. Sin dai primi giorni si è sempre augurato di poter tenere i migliori. A volte il destino, che sa essere subdolo, non dovrebbe divertirsi a giocare sistematicamente con la stessa «vittima»: altrimenti un giorno, prima o poi, a Luciano Spalletti potrebbe venire pure la tentazione di fare uno squillo a Balotelli per chiedergli in prestito, almeno per una sera, l’iconica maglietta del tempo che fu: «Why always me?». .. Il terzo indizio, che poi sarebbe la prova, d’essere un po’ preda della sorte, quella maligna, potrebbe averlo lecitamente attraversato, in queste giornate dense in cui, evangelicamente, s’era appena affidato ad uno scugnizzo tutto finte e tiraggir: «Gesù gli ha donato quel talento». E un contratto valido «soltanto» fino al 2022, perché oltre all’epoca non potevano andare i suoi manager della Doa – Della Monica, Ottaiano e Andreotti – e se sono volati via quattro dei cinque anni, Spalletti non ha responsabilità alcuna, se non quella di essere capitato nel posto giusto ma – maledizione – ad un incrocio sbagliato”.
Fonte Il Corriere dello Sport