Il primo giorno di calcio vissuto in un’apprezzabile (quasi) normalità sembra assomigliare ad un Capodanno: e per cominciare lasciarsi alle spalle ciò ch’è stato il fatal Verona e lanciare via (simbolicamente) dalla finestra le scorie del passato, val la pena di farsi gli auguri per una vita nuova. A Rivisondoli, prima che la sfida con l’Ascoli cominci, all’ingresso dell’albergo che ospita il Napoli, c’è un simbolico abbraccio tra gli esponenti della curva B, Spalletti, Koulibaly e Insigne: è un modo per ripartire, per stringere un «patto», per promettersi, ovviamente, «attaccamento alla maglia», ed è un impegno per provare a raggiungere quei traguardi perduti che hanno lasciato il segno. La chiacchierata è rapidissima, rappresenta la testimonianza di un momento e anche la promessa di «dare tutto» e per guardare avanti, senza tralasciare nulla, neppure in un’amichevole che però qualcosa dell’anno scorso si porta ancora appresso, forse la delusione che resta lì, appesa alle inferriate, in quel messaggio che non nasconde i rimpianti. «Oggi non è una semplice passeggiata…Pretendiamo rispetto per la nostra assenza in gradinata».
A. Giordano CdS