Tutino il fiore mai sbocciato, ora è il momento della verità!

 Lui ci ha sempre provato a restare. Anche questa estate, con Spalletti per un po’ ci ha creduto, viste le belle parole che Lucianone ha speso per lui. Ma alla fine che spazi avrebbe avuto? Essere il vice Osimhen sarà mestiere faticoso, figurarsi se sei numero 3 o numero 4 nella scala gerarchica. La trattativa è agli sgoccioli, stavolta non ci sarà un prestito come al Cosenza o al Verona o per l’appunto alla Salernitana: è atteso da un quinquennale importante a Parma, è atteso da una società che lo ha affascinato per le sue ambizioni (c’è Buffon in porta). Andrà via da Napoli senza aver mai giocato una partita ufficiale tra i suoi idoli. Il destino, talvolta, è così. Oggi non andrà neppure a Cracovia, è tutto finito, praticamente siamo agli sgoccioli di una avventura iniziata nel 1998 quando il solito Beppe Santoro lo scovò in una scuola calcio di Licola dove pure Inter e Sampdoria aveva allungato il collo. Lo stesso team manager che ha scoperto i fratelli Insigne e tanti altri giovani che poi hanno riempito il vivaio come Palmiero e Contini, gli altri classe 96. Il 18 settembre del 2013, nello stesso giorno in cui Insigne firmò il gioiello su punizione contro il Borussia Dortmund, lui fece lo stesso poche ore prima in Youth League. Ma Tutino è sempre rimasto un fiore mai sbocciato secondo la visione del Napoli. Anche prima di dire di sì alla Salernitana ha provato a convincere Gattuso a dargli una possibilità, ma la porta si chiuse ancora una volta. Niente. D’altronde, è davvero complicato essere profeti in patria. Peraltro in una serie A che tutto sembra tranne che un campionato per giovani. Tutino a 25 anni giovane non lo è più. E ha chiesto a chi lo vuole una prova d’amore: basta prestiti, basta girovagare. Il suo talento, la sua forza, i suoi gol, hanno convinto il Parma. Per il dispiacere della Salernitana.

Fonte: Il Mattino

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