Un oro olimpico ti cambia la vita. Nei 100 metri, poi…«Ora nessuno si chiederà più chi sono». Il 9.80 stabilito domenica lancia Jacobs in una nuova dimensione, globale. Ora lui è l’uomo più veloce del mondo. Quanto vale? A spanne, e in breve tempo, secondo un sito americano specializzato, 5 milioni di dollari. Sponsor, campagne pubblicitarie, ricchi gettoni per partecipare ai meeting internazionali: non sarà Bolt, ma insomma farà gola a parecchi avere i muscoli e il faccione di Marcell.
Intanto, come era lecito attendersi, insieme ai conti a carattere economico, ora è il momento dei dubbi, guarda caso degli sconfitti. Un decimo di secondo e mezzo stritolato tra la batteria e la finale. Un miglioramento del personale in appena 48 ore che probabilmente non ha eguali nella storia dell’atletica veloce. Il Washington Post non si fida del figlio che ha preferito Desenzano al Texas e proietta sulla medaglia d’oro l’ombra del doping. «Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all’atletica no», scrive il quotidiano, che spiega: «Non è colpa sua se la storia dell’atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi». Quella storia che, secondo il WP, «è disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping» e per supportare la tesi mette in evidenza proprio il netto miglioramento cronometrico di un velocista di 26 anni che «fino alla scorsa primavera si era esibito alla periferia dell’élite dello sprint». Marcell a rispondere non ci pensa nemmeno. Si commuove durante l’inno, rifiuta i paragoni con Bolt, riceve il messaggino dal padre assente e «per mantenere fede a una promessa» il prossimo anno sposerà la sua Nicole.
Tratto da Il Mattino