Dopo Monaco il vero rebus resta Lorenzo Insigne

Ma il vero rebus in questa architettura si chiama Insigne. Che non è un giocatore qualunque. Non solo per i gol e gli assist che mette nel conto. Ma perché è la lingua di questa squadra, cioè il suo paradigma espressivo. La sua presenza cambia il ruolo e la responsabilità dei compagni in una misura diversa da qualunque altro leader. Il Napoli potrebbe fare a meno di lui, avendo a suo tempo fatto a meno di Maradona (sia lontana l’offesa dal paragone). Ma dovrebbe reinventarsi. Per questo l’incognita sul futuro di Insigne è un’incognita sul futuro del Napoli.
Il club non può permettersi un’incertezza che coinvolge, non solo il destino del capitano, ma l’armonia di un sistema. Se pure la crisi del Covid impone saggezza finanziaria, ci sono molti modi per riconoscere un premio senza dissanguarsi. Magari facendo leva sulla lunghezza del contratto, il cui valore di fidelizzazione è un rafforzamento patrimoniale. Un investimento per blindare il legame tra il Napoli e Insigne non è denaro buttato. A. Barbano (CdS)

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