I primi due segnali della gara di ieri a Monaco. Scrive A. Barbano sul CdS:
“Partite come Bayern-Napoli servono per fare esperienza internazionale, di cui gli azzurri hanno tanto bisogno, non per entusiasmarsi. Il risultato non dice ancora molto sul futuro della squadra di Spalletti. Perché i tedeschi sono in questo momento un’organizzazione molto macchinosa, che prova a rifondarsi. E perché il successo azzurro è maturato nel secondo tempo, quando gli avversari erano in campo con le riserve. Però alcuni segnali possono cogliersi. Il primo è la completezza di Osimhen, un giocatore veloce e capace di allungare la squadra, ben dotato tecnicamente, generoso nel pressing, e con un innato senso del gol. È l’attaccante che un anno fa sembrava un azzardo e che oggi farebbe gola a molti club. Sarà uno dei protagonisti della stagione che si apre.
Il secondo segnale riguarda il felice impiego di Lobotka, dimagrito di almeno otto chili, in un ruolo che, dai tempi di Jorginho, è rimasto praticamente vacante: il regista arretrato. Lo slovacco ha risposto con buon senso tattico e dinamismo alla chiamata di Spalletti, prendendo in mano le redini del gioco davanti alla difesa. L’infortunio di Demme gli offre un’occasione per rilanciarsi e lui è parso in grado di coglierla. E di far valere, rispetto al centromediano tedesco, una maggiore capacità di intuire e proporre verticalizzazioni e cambi di gioco che possono valorizzare il contropiede azzurro”.