Il Pomigliano femminile, neo promosso in serie A, ha voglia di essere tra le protagoniste nella massima serie. Fino ad ora è tra le compagini che si è mossa di più sul mercato, tra rinnovi e nuovi arrivi. Tra questi anche il difensore Marta Varriale, intervista dal nostro sito.
Cosa ti ha convinto ad accettare la destinazione Pomigliano femminile? “Ad accettare Il Pomigliano mi ha spinto la voglia e la passione di questa società e di questa squadra. Il nostro obiettivo è raggiungere la salvezza il prima possibile. Senza precluderci niente”.
Prima di passare quest’estate al Pomigliano dove hai giocato in passato e in che ruoli giochi? “Sono un difensore centrale mancino, prima di arrivare a Pomigliano ho giocato nel Firenze, nel Castelfranco diventato poi Empoli, nel Chievo Verona Valpolicella e nella Riozzese Como”.
La prossima serie A femminile chi a tuo avviso vedi favorita per i primi posti della classifica? “Oltre la Juventus che è sempre una fortissima corazzata, quest’anno ci sarà anche la Roma, con l’arrivo in panchina di un ottimo allenatore come Spugna, che ho avuto ad Empoli”.
Il Pomigliano giocherà in serie A il derby contro il Napoli, come vi state preparando per queste importanti sfide? “Quest’anno ci aspetta un bellissimo derby, noi andremo ad affrontare tutte le squadre con la stessa cattiveria agonistica e con la stessa voglia di conquistare sempre il massimo dal campo. Ovviamente i derby sono sempre derby e noi vogliamo fare del nostro meglio”
Infine un giudizio sull’attuale coach del Pomigliano Manuela Tesse dal punto di vista tecnico e soprattutto umano. “Mister Tesse ancora la conosco poco, le prime impressioni sono senz’altro positive.
La cosa che sicuramente mi ha colpito sono il tipo di allenamenti che fa svolgere, tutto con palla, esercizi sempre nuovi. Allenamenti intensi, faticosi, ma sempre belli. A livello umano, non la conosco bene, ma mi ha colpito molto il suo entusiasmo e la sua voglia di interagire e collaborare sempre con noi ragazze. Si vede che ci è passata prima di tutte noi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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