L’editoriale:
Il calcio che Spalletti vuole mettere nella testa del Napoli si è visto per un quarto d’ora. Concetti chiari, che adesso chiamano princìpi: recupero palla in tempi strettissimi, questione di secondi, con un attacco immediato al primo portatore di palla avversario; palla sempre in avanti, con un tocco, al massimo due; grande velocità nello svolgimento della manovra. Poi la condizione atletica che, come è consigliabile a un mese dall’inizio del campionato, non può essere al top, l’assenza di titolari pesanti come Insigne e Di Lorenzo, Fabian Ruiz, Mertens e Lozano, e soprattutto l’infortunio di Demme, uscito dopo quel primo quarto d’ora, hanno frenato il Napoli contro la Pro Vercelli. Lo hanno rallentato. Sarà più indicativa, sotto tutti i punti di vista, la prossima amichevole a Monaco di Baviera contro il Bayern, anche se nemmeno allora Spalletti potrà contare sui campioni d’Europa (degli assenti di ieri potrebbe avere, forse, Fabian Ruiz). Avrà però Victor Osimhen, autore dell’unico gol del primo tempo. Non conoscendo ancora il destino di Insigne (che nel campionato scorso ha battuto il suo record personale di gol arrivando a quota 19), per ora la forza offensiva del Napoli sta quasi tutta negli spunti del giovane nigeriano. Può essere lui la vera differenza fra il Napoli di Gattuso (che non ha avuto la possibilità di schierarlo con continuità) e il Napoli di Spalletti. Osimhen ha caratteristiche che sembrano stampate sulla carta, tanto sono chiare. Va lanciato. E se ha spazio, diventa imprendibile. Nel campionato scorso, poche squadre gli hanno concesso il campo di cui ha bisogno. Una volta, a fine campionato, ci aveva provato lo Spezia di Italiano, amante della difesa alta, ed era stato incenerito dalle fiammate del nigeriano. Toccherà a Spalletti creare quello spazio, lavorando sui movimenti di Osimhen, a volte così preso da se stesso e dalle sue qualità (non indifferenti) da dimenticare quelle dei suoi compagni. Ieri, nel terzetto titolare alle spalle del centravanti nigeriano, come trequartista ha giocato Ounas, con Politano a destra e il giovane algerino Karim Zedadka a sinistra. Ricordando che spesso le cinque sostituzioni cambiano la partita, un giocatore come Ounas, con i suoi guizzi, i suoi colpi stretti e rapidi e le sue intuizioni, potrebbe essere utile nei finali delle gare più complicate.
A cura di Alberto Polverosi (CdS)