Soviero: “La sola cazzimma dell’allenatore non basta, con il Var non avrei neanche iniziato”

Non ha perso un allenamento, Salvatore Soviero, l’ex portiere più cliccato del web per i suoi video: dagli insulti al guardalinee alla rissa solo contro tutti di Messina-Venezia, al famoso gesto a Del Piero. È qui ospite del programma “Fuorigioco”.
Soviero, che ne pensa del lavoro di Spalletti? «Io ho sempre in mente quello che mi faceva fare Zeman. E a confronto del boemo, tutto il resto sembra una passeggiata tra i boschi. Lo odiavamo ma dopo tre mesi capivamo l’importanza di quella fatica».
Qualcosa da rubargli? «Si vede la sua personalità. Mi ha colpito come trasmette le sue idee di calcio a Koulibaly e Osimhen. Mi basta poco per capire se un calciatore ha capito il messaggio o fa solo finta, per farlo contento. E qui l’impressione è che ci sia un leader che tutti riconoscono».
Ha parlato di cazzimma, Spalletti. Come quella che aveva lei? «Io ne avevo anche troppa, e qualche volta mi ha messo pure nei guai. Però la squadra sapeva che io c’ero e nessuno poteva toccare uno dei miei in campo. A Bari, contro il Messina, quando ho capito che c’era una farsa, quasi una presa in giro nei nostri confronti… ho reagito come ora non consentirei mai a un mio calciatore. Però, sia chiaro: la cazzimma la devono avere quelli che vanno in campo, perché se ce l’ha solo l’allenatore non basta».
Si è mai pentito di quel gesto a Del Piero in cui insinuava la sua omosessualità. «Non avrei dovuto farlo. È una delle poche cose di cui parlo con i miei figli con imbarazzo. Poi lui ha saputo prendersi la sua rivincita l’anno dopo quando mi ha rivisto: mi fece tre gol».
Lei è favorevole al ballottaggio dei portieri? «No, è una delle mode di questo calcio moderno che non comprendo. Non si dà la possibilità a nessuno dei due di osare: lo sbaglio fa parte del bagaglio di crescita di un portiere. All’ attaccante che sbaglia un gol, si dà sempre la possibilità di rifarsi. A un portiere, al primo errore viene crocifisso. Io ero il titolare e basta. Il mio vice le partite poteva giocarle solo se venivo squalificato».
La sua coppia ideale di portieri del Napoli? «Mi piacerebbe vedere Sepe come vice di Meret. Anche perché Ospina come impostazione non mi fa impazzire».
Soviero, se non vende nessuno il Napoli può lottare per la zona Champions? «Come è costruito adesso, con un centrocampista di spessore, di quantità e qualità, può andare oltre. Penso allo scudetto».
In serie A, chi vede caratterialmente simile a lei? «Non ce ne sono più. Col Var e le telecamere sparse ovunque, la mia carriera non sarebbe neppure iniziata. Però ho vissuto anni dove lo spogliatoio era sacro e nessuno avrebbe mai tradito un compagno per qualche like sui social o per qualche moglie che interveniva tra di noi. Perché, si sa, lo avrei preso per il collo e appeso all’attaccapanni».
Il suo maestro Zeman, alla fine, la mandò via. «Disse che guadagnavo troppo per la Salernitana. E poi aggiunse che senza di me e con due di Interregionale sarebbe andato in A. Io replicai che sarebbe retrocesso a dicembre. Ho sbagliato: a novembre aveva già tutti e due i piedi in serie C».

Il Mattino

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