EURO2020 – ITALIA: la difesa è un blocco di ferro…

...E sugli esterni due jolly in più...

La base su cui sempre l’Italia ha costruito le proprie fortune: e la Nazionale propositiva di Mancini non fa eccezione. Dopo una prima fase senza macchie (e col nuovo record di imbattibilità centrato a quota 1168’), ha incassato però un gol a partita. E’ il reparto che ha pagato di più in termini di infortuni in questo Europeo. Fuori subito Florenzi, contro la Turchia, ko Spinazzola nei supplementari contro il Belgio. Parallelamente Mancini ha potuto aggiungere alla straordinaria qualità dei tre fuoriclasse conosciuti, Donnarumma, Bonucci e Chiellini, le due rivelazioni internazionali del nostro Europeo, ovvero Di Lorenzo e lo sfortunato Spinazzola. L’esterno napoletano, che pure prima della lista dei 26 era entrato in ballottaggio con Toloi e il romanista Mancini, è diventato titolare di fatto grazie a prestazioni sempre più convincenti per personalità e rendimento (che hanno colpito molto positivamente anche Spalletti, suo nuovo allenatore). Il recupero di Florenzi non cambierà le nuove gerarchie del ruolo. Per quanto riguarda l’esterno sinistro, perso Spina, fantastico fino al momento del grave infortunio al tendine d’Achille, sarà ovviamente Emerson Palmieri l’uomo della finale. Meno arrembante di Spina, contro la Spagna si è comunque dimostrato affidabile, anche se non ha il miglior ritmo partita. Mancini per questo lo ha sostituito l’altra sera, inserendo Toloi, spostando Di Lorenzo sulla sinistra (altro plus). Una soluzione però attuabile solo in corsa.
Per quanto riguarda la DBC, che dire? Gigio in 599’ (uno lo ha lasciato a Sirigu col Galles) ha effettuato solo 9 parate ma tutte decisive, subendo tre gol: uno su angolo dall’austriaco Kalejdzic, uno su rigore da Lukaku e uno da Morata. In 600’ l’Italia ha lasciato arrivare un avversario solo davanti a Donnarumma una volta soltanto (appunto l’attaccante spagnolo). Segno di organizzazione. E quando c’è stato da fermare il bomber più temuto, leggi Lukaku, ci hanno pensato i due capitani, Bonucci e Chiellini, di nuovo applauditi a ragione come la coppia centrale più forte del mondo. Il Chiello poi, infortunatosi contro la Svizzera (e sostituito benissimo da Acerbi, come brillante era stata la prova del predestinato Bastoni col Galles), è stato mandato in campo da Mancini proprio contro il Belgio, nonostante non avesse recuperato pienamente. Sulle ali dell’entusiasmo, di una straordinaria forza morale e capacità di autogestione Chiellini si prepara a giocare la terza partita in 9 giorni, a caccia di quel titolo europeo che insegue da una vita. 

A cura di Andrea Santoni

 

 

 

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