A ‘Punto Nuovo Sport Show’, Graziano Cesari, ex arbitro:
“È un momento particolare, di grandi difficoltà. Nelle liste UEFA negli anni passati c’erano 3 arbitri italiani, oggi soltanto uno. C’è da considerare che i nostri arbitri non fanno partite importanti a livello di immagine e che le partite che arbitrano sul nostro territorio sono sempre vittime di grandi polemiche. Rizzoli a DAZN e Rocchi designatore? Mi auguro non crei sussulti. Rocchi ha saputo soffrire nella sua carriera arbitrale. In un Juventus-Roma sbagliò di tutto e di più. Ha avuto la forza di risorgere ed arbitrare partite importanti. Dal punto di vista del carattere, Rocchi come carattere e potere decisionale non mi dà dubbi. La gestione di Rizzoli è stata molto timida, esattamente come lo è lui caratterialmente. Il Presidente Gravina è decisionista e mi pare propendere per Rocchi come designatore. Trentalange? È stato travolto da tanti casi tutti insieme, rimborso spese, ricorsi, ma non mi è piaciuta la proposta del doppio designatore. L’AIA deve dare una risposta certa agli organi tecnici, è chiaro che c’è bisogno di un rinnovamento. Con l’introduzione del VAR, nell’ultimo anno, Rizzoli ha cambiato 3 volte opinione ed è stato anche sacrificato il protocollo per aggiungere postille. Il VAR ha fatto danni inenarrabili, ricordiamoci Benevento-Cagliari, con due squadre che non hanno una risonanza mediatica altissima, ma è un esempio lampante. Arbitri professionisti in Spagna? Anche gli arbitri spagnoli sono legati alla Lega spagnola, sarà sempre così, così come in Italia. Gli arbitri italiani sono professionisti, il rimborso spese si quantifica in tanti soldi mensili. È un finto problema. Classifica di rendimento? La trasparenza serve a tutti. Chiudersi in una campana significa avere gli occhi di tutti puntati addosso. La classe arbitrale, per avere forza, deve essere aperta verso l’esterno. Lo scandalo è che ci vengono a dire che non c’è ricusazione e poi Orsato non ha mai più arbitrato l’Inter. È colpa del designatore a quel punto. VAR agli Europei? Siamo di fronte ai migliori ed è facile lavorare con i migliori. Nel gruppo italiano ci sono anche arbitri che hanno meno esperienza. Ad ogni modo, hanno regole ben precise e gli arbitri le interpretano. Bisogna tenere a mente che, se un arbitro sbaglia, e viene fermato, è giusto. Serve a far riflettere e pensare agli errori. A me è capitato tantissime volte”.
Font: Radio Punto Nuovo