Da Gattuso a Spalletti, il presidente dà le sue spiegazioni

Aurelio De Laurentiis stavolta non scherza. È diretto, come non mai. E va a ruota libera dopo il lungo silenzio. Parla di Gattuso («Mai pensato di esonerarlo»), di Spalletti («È da anni che lo seguo») e di quel Napoli-Verona che brucia ancora a tutti.

Perché è calato il gelo tra lei e Gattuso? «La mia intenzione è stata quella di andare avanti con lui fino alla fine, non ho mai pensato al suo esonero. Mai. A un certo punto ho visto alcune partite dove il mister non si sentiva nella forma perfetta, l’ho visto dolente, con gli occhiali, quasi sofferente e mi sono preoccupato. Ho cercato solo Spalletti, e lui solo, e gli ho chiesto la disponibilità nel caso fosse stato necessario un cambio (solo per timori legati alla salute, ndr). Ma non è stato necessario perché poi Gattuso si è ripreso, per fortuna, ed è stato bene. Sono stato rimproverato perché, mi dicevano, non avrei dovuto farlo. Poi radunai la squadra al Britannique e dissi che l’allenatore andava rispettato, senza sentire storie». 

Mai tentato di offrire il rinnovo a Gattuso? «No. Prima della partita, poiché davamo per scontato che saremmo andati in Champions, avevo preparato un saluto speciale e un ringraziamento per Gattuso. In fretta e furia ho dovuto rivedere tutto, mettendo da parte la delusione per il mancato raggiungimento della Champions. Poi dopo due giorni Joe Barone mi chiese il via libera».

Perché Spalletti? «Ha sempre avuto la mia considerazione e la mia stima. Era ancora sotto contratto con lo Zenit quando venne a trovarmi nella sede a via XXIV maggio ma lui era legato ai russi e noi virammo su Benitez e così lui andò poi alla Roma. L’ho sempre avuto in grande considerazione, sa allenare molto bene, lo trovo giusto per il Napoli. Quando abbiamo giocato contro di lui non è stato semplice. Poi è stato bravo nel gestire le situazioni complicate all’Inter e alla Roma».

P. Taormina (Il Mattino)

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