Fausto Pari a Il Mattino: “Vincere a Wembley anche un po’ per vendetta”

Roberto Mancini non può averla dimenticata quella sera. A Wembley terminarono i sogni di una Sampdoria incredibile. Li spense, in quella finale di Coppa dei Campioni, una punizione di Koeman ai supplementari. In campo c’era anche Fausto Pari: 
Cosa si sente di chiedere al suo amico Roberto? «Di mettere da parte i brutti ricordi e portare a casa la vittoria. È un risultato alla portata di questa Nazionale e vendicherebbe un po’ anche noi e la nostra Samp».
Che ricordi ha di quel giorno? «Un mix contrastante. Ricordi bellissimi perché arrivare in finale di una coppa così importante con la maglia di un club non abituato a certi palcoscenici era una grande soddisfazione. Ricordi brutti per la delusione della sconfitta: eravamo a un millimetro dall’impresa».
Perché oggi la Nazionale può vendicarvi? «Perché Roberto e il suo staff hanno intrapreso un percorso bello e vincente. Questa Nazionale trasmette emozioni. È la dimostrazione di quanto sia importante essere un gruppo. Sono una squadra coesa e questo sta facendo la differenza».
Che impressione le fa tanta Sampdoria in questa Nazionale? «È bellissimo vederli tutti lì: Mancini, Vialli, Salsano, Nuciari, Lombardo ed Evani. Abbiamo condiviso tanti momenti insieme, belli e brutti, ed è una soddisfazione sapere che stiano rendendo orgogliosi un Paese intero».
A proposito di Vialli e Mancini: al colpo di tacco di Roberto contro il Galles ha notato la faccia di Luca? «Con tutto il rispetto per il colpo di classe del Mancio, ma credo che la risata di Luca sia stata la cosa più bella. È una scenetta che ho visto e rivisto e mi ha fatto ricordare i vecchi tempi. Perché Roberto è sempre stato un esteta e un amante di quel tipo giocare. Ecco, avessi fatto io una cosa del genere mi sarei strappato, mentre per lui è stato un gesto assolutamente naturale».
Ma Mancini che ct è? «Da giocatore era straordinario, ma era più impulsivo. Ora invece è più pacato. Ha raggiunto la piena maturità e gestisce ogni situazione alla grande. Fare il ct non è semplice perché vedi poco tempo i ragazzi. Con lui è tornato l’amore per la Nazionale dopo il flop del 2017».
Ma torniamo a Wembley: stasera Mancini penserà alla finale del 1992? «Spero abbia messo da parte quella sfida. Anche perché lo stadio è cambiato, hanno fatto i lavori e magari questa cosa farà la differenza nella sua testa».

 

B. Majorano (Il Mattino)

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