Sven Goran Eriksson: “Insigne è fortissimo. L’Italia è cresciuta molto con Mancini che è allenatore da sempre”

Parla quasi da padre Eriksson:

«L’ho capito quasi 30 anni fa che Mancini sarebbe stato un grande allenatore, per me non è una sorpresa vederlo gestire l’Italia in questo modo». Sven Goran Eriksson: anche perché 8 anni assieme sono tanti, soprattutto se vissuti gomito a gomito ogni giorno. Dal 1992 al 2000, il tecnico svedese è stato l’uomo che ha seguito tutti gli attimi della carriera di un Roberto Mancini già formato ed affermato come calciatore, ma che si stava forgiando come allenatore. Se l’attuale ct dell’Italia ha intrapreso questa carriera subito dopo aver appeso le scarpette al chiodo, da vero predestinato, molto lo deve ai consigli di Eriksson, all’aver assorbito quel metodo di gestione del gruppo proprio del coach nato a Torsby 73 anni fa. 


Dopo aver visto le prime tre gare dell’Italia, cosa ha pensato del Mancini allenatore?
«Avrei potuto pensare che sono stato bravo ad insegnargli il lavoro (ride, ndr). No, scherzi a parte, l’Italia gioca un gran bel calcio. Il migliore visto finora in questo Europeo. Ribadisco: ho capito che Mancini sarebbe diventato un grande tecnico al primo anno assieme alla Sampdoria e nel percorso che abbiamo fatto, poi, anche alla Lazio. Mentre era in campo, quando calcava il terreno di gioco, Mancini già faceva l’allenatore. Era straordinario».
Siete rimasti in contatto? Le chiede ancora qualche consiglio? 
«No, non ne ha assolutamente bisogno. Però, ogni tanto ci sentiamo, compatibilmente con gli impegni».
Mancini, ad oggi, è il tecnico che sta incidendo di più in questo Europeo? 
«Difficile paragonare un allenatore ad un altro. Ovviamente, dipende tutto da che tipo di giocatori si ha a disposizione. Se puoi lavorare con la Spagna, sei facilitato, se devi lavorare con la Macedonia, senza nulla togliere al valore del gruppo macedone, ma è più complesso esser l’allenatore che vince un Europeo. Ad esempio, la Spagna sta facendo male, questo è uno specchio del lavoro di un allenatore».
Grazie anche al lavoro di Mancini, ora l’Italia è la favorita per gli Europei? 
«Dal mio punto di vista, l’Italia è con la Germania la squadra che ha innalzato maggiormente il proprio livello. Questo, poi, si vede anche durante le gare: i risultati non mentono mai. Questo il motivo per il quale vedo l’Italia come una delle principali favorite per la vittoria».
Le piace il 10 di questa Italia?
«Lorenzo Insigne è un grande giocatore, da tanti anni si esprime ai massimi livelli. Ha fatto cose incredibili con il Napoli durante queste stagioni, è sotto gli occhi di tutti. Parliamo di un calciatore fortissimo, uno di quelli che può fare sempre la differenza. Mi piace tantissimo, mi esalta nelle sue giocate. Per me, nell’uno contro uno, stiamo parlando di un giocatore che ha raggiunto livelli formidabili: Roberto Baggio era così, Mancini era così. I numeri 10 sono così: quando gli dai la palla, può accadere sempre di tutto».
La sua Svezia dove può arrivare? Quale potrebbe la sorpresa dell’Europeo? 
«Credo che la sorpresa possa essere la Danimarca: sta esprimendo davvero un bel calcio».

M. Giordano (Il Mattino)

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