In Inghilterra, dove allenava e vinceva sulla panchina del Manchester City, Roberto Mancini è diventato in fretta un’icona di stile. Un punto di riferimento per l’eleganza in campo, ma soprattutto fuori. D’altra parte la passione per la sartoria artigianale lo accompagna da sempre. E il segreto del ct si chiama Gianni Marigliano, sarto napoletano che da anni è il punto di riferimento stilistico di Mancini.
Come vi siete conosciuti?«Ho quasi perso il conto degli anni. L’ho conosciuto tramite Dario Marcolin. Roberto aveva notato qualche abito e prese informazioni. La prima volta ci siamo visti a Firenze, quando stava iniziare la sua avventura all’Inter».
E l’ultima volta?«Poco prima che andassero in ritiro a Coverciano per preparare l’Europeo. Tra noi c’è un rapporto di amicizia, prima ancora che professionale. Non potrò mai dimenticare quello che mi ha detto dopo la firma con la Nazionale: Ci sono dei giovani fortissimi e la base è buona. Ho uno staff di amici competente e creeremo un gran gruppo: ti faccio vedere dove porto questa Nazionale. E non posso far altro che credergli. Roberto è un sarto del calcio».
Cosa?«È proprio come noi sarti: da un taglio di stoffa normale riesce a creare un abito. Lui prende squadre normali e riesce a fare cose importanti. Basti pensare a cosa ha fatto con Inter e Manchester City».
La sua qualità migliore?«Riesce a fare gruppo e poi è bravissimo con i giovani. Io lo vedo anche in sartoria da me: quando viene, il suo primo pensiero è andare a salutare i più giovani, vedere come lavorano».
E poi c’è lo stile...«Roberto è il classico Italian gentleman. Si veste con classe, sa osare il giusto e non è mai eccessivo. Crede in un disegno e nel taglio di un abito. Si affeziona a dei colori eleganti e di classe: il blu non manca mai, d’estate usa molto il beige o dei cotoni che vanno anche sul verde e il blu chiaro. Lo stile di Roberto si riconosce per la sua sobrietà, la sua compostezza, la sua educazione. Se non sei elegante dentro non puoi esserlo fuori. Un po’ è innata in ognuno di noi. Tutti riconoscono in questa Italia la forza, e lo spirito di gruppo, ma in pochi notano quanto sia elegante nei movimenti questa squadra. È lo stile di Roberto: si riconosce».
Un aneddoto del vostro rapporto?«Ai tempi del City mi trasferivo per settimane a Manchester per lavorare. Un giorno andai mi appoggia in una sartoria del posto per avere un po’ di spazio. Quando lo scoprì decise di ricavare uno spazio in casa sua per me. Per tenermi sempre vicino ha creato una sartoria in casa. Perché voleva seguirmi passo passo e darmi tutti i comfort necessari. È uno di cuore» B. Majoprano (Il Mattino)