A “Punto Nuovo Sport Show”, Giuseppe Cannella, intermediario e dirigente sportivo:
“Nel nostro lavoro c’è la possibilità di proporre dei giocatori che possono non avere notorietà e pedigree. Ma che non sposano la teoria dell’immediato, che può avere un grande Club. Di Locatelli ne parlai con Giuntoli, un paio di anni fa. E poteva essere preso per pochi milioni. Se prendi un giocatore che si deve fare, non prendi un calciatore che deve percepire 2-3 milioni di ingaggio. Si è ritenuto, ad esempio, di fare altre scelte. Che hanno portato a ritenere migliori nell’investimento Lobotka o Rog, rispetto a Locatelli. Le scelte dell’area tecnica del Napoli? I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Si vede che alla proprietà sta bene così. Se gli investimenti degli ultimi 2-3 anni non vanno che in prestito, o in squadre inferiori rispetto al Napoli stesso, allora penso che i risultati parlino da soli. Gli investimenti di questo gruppo sono sotto gli occhi di tutti. Anche i giocatori presi a zero dimostrano le difficoltà. Il Napoli ha vissuto il suo massimo negli ultimi anni, contemporaneamente all’assenza di club importanti dal palcoscenico principale, con le difficoltà economiche delle milanesi e della Roma. Il Napoli di Sarri, se avesse avuto la fortuna di integrare con calciatori importanti, avrebbe lottato di più. Avrebbe potuto vincere uno scudetto. Rashica l’ho proposto a 8 milioni. Poi ne sono stati offerti 25 milioni per lui. Soumaré del Lille, offerto a 10 milioni. E poi ne sono stati offerti 40. Oltre a Locatelli, ho provato ad offrire, di recente, Nuno Mendes dello Sporting Lisbona. Che ora tratta con il Manchester City. Uno come Gnahoré, non se ne ha più traccia. De Laurentiis ha preso anche il Bari. E, con tutti gli esborsi fatti, qualche domanda va posta. Il buon Romairone, non credo avesse voce in capitolo”.
Fonte: Radio Punto Nuovo