L’Italia di Mancini, pian piano, ha riportato gli occhi dei tifosi sugli azzurri ed ha ricordato il concetto che è il gioco il protagonista quando si scende in campo. Su La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi, elogia il ct della Nazionale.
Ha proposto un calcio innovativo e coraggioso, affidandosi a qualche anziano e a un gruppo di ragazzi pieni di entusiasmo e volontà. I sentimenti non nobili come l’invidia, il protagonismo eccessivo, le gelosie e la furbizia sono stati travolti da sentimenti nobili come l’entusiasmo, la generosità, la passione, la modestia e l’intelligenza di questo meraviglioso team azzurro.
Questa squadra ci sta facendo rivalutare valori ormai quasi sconosciuti alla nostra cultura individualista: è l’esaltazione del gruppo e del lavoro. In questo contesto può succedere che Locatelli, uno dei meno brillanti nell’incontro con la Turchia, si trasformi con la Svizzera nell’uomo-partita.
Quanto sarebbe importante fare squadra! Purtroppo il nostro è un Paese in cui è la cosa più improbabile. Anche nel calcio si è sempre pensato che il singolo dovesse caricarsi sulle spalle tutta la squadra.