Con Gattuso per cause sempre diverse, ma il finale ogni volta è simile

Sembra ci provi gusto, lui, a fornire lampanti dimostrazioni che il famoso soprannome sia meritatissimo: Ringhio pure stavolta ne esce come un rompiscatole. Come è avvenuto con De Laurentiis con cui negli ultimi mesi i rapporti erano divenuti gelidi. O prima ancora con il Milan, dove aveva rotto il contratto alla fine del campionato. Per cause sempre diverse, ma il finale ogni volta è simile. Certo al Napoli le liti con il presidente sono legate non solo ad aspetti tecnici. Ma comunque, pure alla Fiorentina la sua avventura appena iniziata è già finita. Improbabile, a dire il vero, che possano esserci ragioni di mercato nel dietrofront di Gattuso: si fa fatica a credere che abbia puntato i piedi per il no alle richieste dei viola per due calciatori della scuderia Mendes. Ma magari, anche Gattuso si è piegato alle logiche del super procuratore che detta le (sue) leggi del mercato. Tutto è possibile. Più probabile che il potente portoghese abbia prospettato una offerta da elettroshock, quasi epocale ovvero la panchina di una big della Premier: Tottenham o Everton. La Fiorentina sospetta che la separazione siano state dettate proprio dall’improvvisa irruzione di un altro club. E visto che il contratto non era stato ancora depositato, si è arrivati a questa traumatica (anche sotto il profilo d’immagine) decisione. Uomo di scelte impulsive, talvolta di difficile comprensione, lascia davvero tutti di stucco: per Gennaro Gattuso si apre la pista che porta al Tottenham. Gli Spurs, dove da poco le redini del mercato sono in mano a Fabio Paratici, erano vicini a Paulo Fonseca, ma non hanno trovato l’accordo con l’ex Roma (motivi fiscali, dicono gli inglesi). E adesso hanno rivolto lo sguardo a Rino, che di fatto potrebbe essere il dopo-Mourinho in un club che da Pochettino in poi non ha mai trovato una guida sicura. Una panchina per cui era in corsa anche Maurizio Sarri prima di dire di sì alla Lazio. P. Taormina (Il Mattino)

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