Non è il match per cambiare. L’Italia, come si è visto contro la Turchia, va che è una meraviglia. Gioca, corre e segna. Dà spettacolo e va a dama, come dimostrato dai 28 risultati utili consecutivi, dalle 9 vittorie di fila e dagli 875 minuti senza incassare reti. Non vale la pena, insomma, intervenire. Toloi è pronto a sostituire Florenzi, unico indisponibile, nel ruolo di terzino destro: dovrebbe aver vinto il ballottaggio con Di Lorenzo. Il 4-3-3, dunque, resta lo stesso di venerdì per dieci-undicesimi. Mancini, a quanto pare, va comunque sul sicuro: «La Nazionale è fatta di tutti titolari. Si vede da come entrano, quando deciso di fare qualche modifica. Vanno sempre bene. Merito loro che sono tutti. Alla fine però si gioca in 11, ma non importa chi scende in campo». Recuperato Verratti: «Potrei portarlo in panchina, sono ottimista». La Svizzera l’ha studiata con il gruppo a Coverciano e seguita in tv contro il Galles, ha allenato Shaqiri che è ancora «tra le migliori mezzepunte» in attività. «La conosciamo, è sempre tra le prime 10 di questa competizione (9° posto in Europa e 13° nel ranking Fifa). La affronteremo anche nelle qualificazioni mondiali. Non ci possiamo nemmeno un errore, servirà una prestazione perfetta».
L’Olimpico sarà più azzurro di venerdì con quasi 12 mila tifosi (4 mila gli elvetici). «Sarei felicissimo se indossassero la nostra maglia, ma l’importante è che poi noi macchiamo d’azzurro il terreno di gioco. Siamo contenti di aver iniziato con una vittoria. Ma i primi tre punti non contano nulla, non abbiamo ancora fatto niente». Ugo Trani (Il Mattino)