Pazienza, ex Napoli: “Se fossi in Adl farei un sacrificio per tenere Fabian”

Michele Pazienza, ex centrocampista Napoli, è intervenuto su 1 Station Radio, ecco le sue parole: Nazionale? Credo che gli azzurri possano crescere ancora, hanno molti margini di miglioramento. L’Italia può cambiare pelle anche a partita in corso, spostando le avanzate dei terzini a seconda delle esigenze. Io credo che l’idea di gioco sia ben chiara, e sono sicuro che potrà fare ancora meglio. Quando c’è Locatelli in campo mi ricorda il Napoli di Sarri, ma quando rientrerà Verratti si giocherà col doppio regista. Italia favorita? Dare l’Italia favorita, oggi, vorrebbe dire mettere una pressione incredibile ad un gruppo molto giovane, ma è una squadra che può emozionare e fare molto molto bene. Diciamo che è tra le candidate a vincere. Spalletti? L’ho avuto ad Udine e lo sto studiando. Negli anni ha cambiato sistema di gioco e metodologia. Quando ero all’Udinese giocavamo con il 3-5-2 e mi utilizzava come schermo avanti alla difesa. Ad oggi Luciano usa il 4-2-3-1, fa la costruzione dal basso, è un allenatore molto bravo e preparato a livello tecnico e tattico. Se fossi in Adl farei un sacrificio per tenere Fabian, è il centrocampista ideale per il tecnico toscano perché unisce qualità e quantità, doti che Spalletti predilige. Eriksen? Un campanello d’allarme, bisogna salvaguardare e proteggere gli atleti. È obbligatorio avere il defibrillatore in ogni scuola calcio, ma sarebbe importante avere anche chi lo sappia usare a dovere. Il coinvolgimento emotivo in queste situazioni è determinante. Bisogna essere fermi e preparati per salvare una vita. Ad oggi si fanno tanti corsi che rilasciano attestati, ma non è sempre facile essere lucidi e capire cosa fare in quell’istante. Kjaer, in questa situazione, è stato un esempio”.
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