La prima diffida che viene inviata alla Procura federale la firma l’avvocato napoletano Erich Grimaldi. Viene spedita la sera del 3 maggio 2018, cinque giorni dopo la gara tra Inter e Juventus. È il primo atto che apre il caso (ma arriveranno altri esposti di avvocati e associazioni) che, poi, viene rilanciato sia dall’intervista al Mattino dell’ex prefetto Pecoraro che ammise l’assenza dell’audio che dai servizi delle Iene.
«Ma commisi un errore – racconta l’avvocato Grimaldi – e la procura federale mi rispose dicendo che non avrebbe mai potuto rilasciare i file del Var opponendo la circostanza che fossi un soggetto estraneo all’ordinamento federale e quindi a ottobre dello stesso anno, vennero archiviate tutte le denunce, con riferimento all’evento».
Ovviamente, l’allora presidente della procura Figc Giuseppe Pecoraro, a sua volta, aveva avviato un procedimento, facendo richiesta sia all’Aia che alla Lega Calcio degli audio e dei video relativi a quei trentacinque secondi. E scoprì, anche lui, quando arrivò il plico che c’era un file video ma senza voci.
Racconta ancora l’avvocato Grimaldi: «All’epoca non immaginavo che bisognasse inviare la diffida, via pec, anche alla Ssc Napoli (interessata alla classifica) o all’Inter (che aveva disputato la partita), squadre che avrebbero potuto proporre ricorso, sollecitare la consegna dell’audio della sala Var, secondo quanto previsto dal Codice di Giustizia Sportiva nei termini previsti ex art. 38, compulsando le necessarie indagini e verifiche. Si perse del tempo prezioso. Ma resta la mia domanda: se ho inviato una diffida, perché tutta quella fretta?».
In realtà, nel corso delle dichiarazione rese da Luca Borrelli, manager di Hawk-Eye, alla squadra mobile della questura di Bologna, c’è la spiegazione. Che piaccia o no, i file audio e quelli video vengono archiviati in maniera separata e conservati nella sala Var dello stadio fino alla gara successiva. In questo caso, la gara successiva venne giocata il 5 maggio e fu Milan-Verona.
LA DIFFIDA
L’avvocato Grimaldi racconta ancora. «Mi ha colpito il silenzio del Napoli. Perché provvidi dopo qualche giorno, a invitare, pubblicamente, De Laurentiis a proporre ricorso per richiedere i file audio delle conversazioni in contestazione. Ma nulla fu fatto, il Napoli non ha mai sollecitato la consegna di audio, almeno a quanto risulta dalla documentazione in mio possesso».
In ogni caso, sarebbe stato inutile. Ma Grimaldi, da quel momento, diventa una spina nel fianco: «Nella stagione successiva, ad ogni episodio sospetto come per esempio dopo Sampdoria-Juventus e Juventus-Inter, inviavo la medesima diffida, per chiedere gli audio delle conversazioni degli episodi dubbi, indirizzandola, in questo caso, anche alle squadre direttamente interessate, tra le quali, ovviamente, il Napoli. E ho pure inviato altre diffide come dopo il contatto tra Kjaer e Llorente in Napoli-Atalanta».
Fu lo scontro che spinse Carlo Ancelotti ad affrontare faccia a faccia Rizzoli nel corso di un incontro tra arbitri e allenatori a Roma. Il legale allarga le braccia. «Hanno sempre archiviato le mie richieste e mai alcun file audio mi è mai stato consegnato. Però, ricordo ancora che a maggio del 2018 c’era persino chi dubitava dell’esistenza di questi file. Invece ci sono e non dovevano essere archiviati.
NUOVO ESPOSTO
Non si ferma, Grimaldi. Nei prossimi giorni intende presentare un altro esposto. «Ma questa volta mi rivolgo alla procura della Repubblica, perché il servizio delle Iene mostra delle novità che vanno approfondite, proprio alla luce del mio esposto. Dalla lettura del labiale, Valeri preme il pulsante rosso e dice ho controllato adesso, il contrasto (o il contatto, ndr) c‘è, dice questa frase. Ed era evidente, a mio avviso. Perché le immagini dal campo mostrano chiaramente che Orsato mette la mano all’orecchio. Quindi sente qualcosa che arriva dalla Sala Var. Spero che anche Rizzoli voglia chiarire le sue versioni rese in varie circostanze».
IL VIDEO DELLE IENE
Ovvio che la messa in onda del servizio delle Iene ha di nuovo portato alla ribalta il fallo di Pjanic su Rafinha. Il video, senza audio, compare nel fascicolo della procura di Bologna che sta indagando dopo la querela presentata da Rizzoli, Orsato e Valeri proprio contro lo storico programma di Italia Uno. Denunciato per diffamazione in seguito al servizio andato in onda a ottobre dello scorso anno. Anche il prefetto Pecoraro è coinvolto nella querela. Qualche settimana fa ha richiesto ai suoi ex colleghi della procura federale, ora guidata da Giuseppe Chiné, l’accesso agli atti. In realtà, i suoi atti, ovvero quelli tra maggio e novembre del 2018 che aveva custodito in cassaforte. E di cui, facile immaginare vista la richiesta, non ne aveva conservato copie. Ma la procura ha negato l’accesso agli atti, proprio perché tutto è stato sequestrato dalla procura di Bologna.
P. Taormina (Il Mattino)