Da Bernardeschi a Cutrone, una serie di s(Var)ioni: c’è anche Mertens

Quello che doveva essere un mezzo tecnologico di grande supporto al mondo arbitrale è diventato il solito pasticcio all’italiana. Il Var è stato introdotto per permettere ai direttori di gara di rivedere alcune azioni dubbie grazie ad un monitor e alla collaborazione di altri arbitri. In Italia, la madre di tutte le cavolate del Var porta la firma di Orsato (in campo) e di Valeri (al Var). Quella che costò lo scudetto al Napoli di Sarri. Tricolore in verità che iniziò a sfumare a Cagliari. Un cross del cagliaritano Padoin è intercettato con il braccio largo in piena area da Bernardeschi. Calvarese giudica l’intervento regolare e conferma la propria decisione. L’errore più evidente durante Milan-Lazio: va a segno Cutrone che sugli sviluppi di una punizione dalla sinistra si tuffa e colpisce la palla di testa. Non è testa, ma mano.  L’arbitro Irrati non vede e in sala Var nessuno gli segnala l’anomalia. La Lazio ci rimise la zona Champions. Penalty non dato ai biancocelesti per fallo di mano di Iago Falque in area granata e, sul capovolgimento di fronte, espulsione di Immobile per una gomitata non data a Burdisso. La sceneggiata del difensore trae in inganno l’arbitro ma quel che è peggio, anche Di Bello in regia che non sollecita il review. Non sfugge, nella stagione successiva, la svista in Torino-Frosinone di Giacomelli al Var: è considerata regolare una rete dei ciociari viziata da una chiaro fallo di Chibsah ai danni del portiere Sirigu. La fa franca Dries Mertens in un Fiorentina-Napoli al Franchi: simulazione del belga. Ci fu il rigore per gli azzurri.

A cura di Angelo Rossi (Il Mattino)

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