Il Napoli da ieri ha ufficializzato l’arrivo in panchina di Luciano Spalletti, dove sarà operativo dal primo Luglio. Il club azzurro ha voglia di ricominciare da capo ed evitare gli errori del passato. Le idee tattiche del tecnico di Certaldo, le mosse della società e la serie B, ne parla in un’intervista a ilnapolionline.com l’ex allenatore Andrea Agostinelli.
Tu che conosci la realtà romana, ti vorrei chiedere di Luciano Spalletti? Quali sono i suoi dettami tattici che porterà a Napoli? “Spalletti a Roma ha iniziato con il 4-2-3-1, proseguendo con l’Inter e di mezzo l’esperienza in Russia e poi di nuovo in giallorosso. Il mister ama il calcio offensivo e punta molto il gioco sulle fasce. Mi auguro che porti la sua mentalità vincente. La costruzione dal basso? Non sarà obbligatorio, nel senso che se non ci sarà pressione, verrà fatto, altrimenti si velocizzerà la manovra per evitare inutili rischi”.
A tuo avviso cos’è successo in quella settimana che ha portato a Napoli-Verona? Chi a tuo avviso ha peccato di più nella mancata qualificazione Champions? “Di una cosa ne sono certo, Gattuso aveva lavorato molto a livello psicologico, nel cercare di far capire che la sfida contro il Verona era insidiosa. Io credo che la squadra inconsciamente abbia pensato che la gara fosse già vinta in partenza. La realtà è che purtroppo la qualificazione è stata buttata solo ed esclusivamente dagli azzurri ed è stato un grande peccato vista la rincorsa fatta negli ultimi due mesi. Come hai detto tu sono mancati gli occhi della tigre, citando il film di Rocky”.
Secondo te su cosa dovrà lavorare Spalletti per rendere il Napoli davvero competitivo? “Il Napoli come organico non si discute, ha in orsa molti giocatori forti, questo è evidente. A mio avviso bisognerà rendere la squadra un gruppo granitico. Come dice Conte e su questo ti do ragione, conterà più il noi che l’io, pensare tutti verso un’unica direzione. Con queste premesse e rendere la rosa competitiva si potrà fare bene, diversamente sarà dura ritornare nelle prime posizioni”.
Un tecnico importante come Luciano Spalletti, potrebbe rilanciare in organico i vari Lobotka ed Elmas? “Quando c’è un cambio nella guida tecnica, di solito i giocatori poco impiegati hanno voglia di rimettersi in gioco. Questo accade per dimostrare tutto il loro valore al nuovo allenatore, chi invece spesso è stato un titolare fisso, vorrà confermarsi come nella passata stagione. Penso che calciatori come Lobotka ed Elmas possano dare il massimo con Spalletti in panchina”.
Hai seguito con molta attenzione la serie B e in modo particolare i tre del Napoli: Tutino, Palmiero e Gaetano. Sono a tuo avviso calciatori che Spalletti vorrà inserire nella rosa? “Tutti e tre i calciatori da te nominati hanno disputato un’ottima stagione. Forse se devo farti un nome penso a Tutino, dove si è messo in evidenza come attaccante, il Napoli valuterà il da farsi. Gaetano? Per me ha trovato continuità in questa stagione, aspetto che non aveva mostrato lo scorso anno a Cremona. Nell’organico dei partenopei, in un 4-2-3-1, il suo ruolo è da vice Zielinski”.
Mi troveresti degli aggettivi per definire i tecnici: Castori, Dionisi e Paolo Zanetti? “Per me Castori è un tecnico sottovalutato, ma ha dimostrato e si è confermato a Salerno, un allenatore preparato, di categoria e sa lavorare molto sul gruppo. Dionisi e Paolo Zanetti? Bravi entrambi, ma mi auguro che restino così a livello di mentalità, perché altrimenti rischi di ripetere la stagione del Benevento. Bisogna restare sempre sul pezzo e non ripetere gli errori dei tuoi colleghi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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