E’ tornato in Italia, per salvare la Roma nel 2015 dai suoi fantasmi e dalla necessità di andare oltre Totti. Spalletti esegue il compito, ovviamente: altre due qualificazioni in Champions, attirando su di sé la tremenda sassaiola mediatica. Nel club erano certi che solo un uomo potesse traghettare la Roma fuori da un epoca. Così è stato: Spalletti ha svolto il suo compito, ha lasciato le redini a Di Francesco ed è andato all’Inter. Anche in questo caso c’è da ricucire: il club dell’indonesiano Thohir dal settimo posto della gestione De Boer-Vecchi-Pioli. Una sorta di anno zero: Spalletti accetta, consapevole della sfida e dell’ambiente. Gagliardini e Vecino sono i due centrali, Borja Valero, Candreva e Perisic i tre dietro la punra. E riporta in alto l’Inter, ovviamente. Due quarti posto. Poi l’esonero. E due anni a fare il contadino. Quello che forse ama di più dopo il calcio. P. Taormina (Il Mattino)