Spalletti ha un carattere forte come il suo prossimo presidente: agiranno nel comune interesse di una squadra che non dovrà più trovarsi al centro di forti tensioni tra proprietà e guida tecnica. È evidente che per la sua storia professionale l’allenatore non può essere considerato seconda scelta rispetto a nessuno dei colleghi che De Laurentiis ha sondato in questi mesi. Peraltro, il suo modulo di riferimento è il 4-2-3-1, quello utilizzato da Gattuso nell’ultima stagione, dunque vi sono i giocatori adatti. Ma questo non significa che l’organico vada totalmente bene. Ci sono dei miglioramenti da apportare in alcuni ruoli, ad esempio sulla fascia sinistra, magari con Emerson Palmieri, un pallino del ds Giuntoli, lanciato proprio da Spalletti a Roma. Certo, De Laurentiis ha sperato di poter convincere Allegri, ma poi il Napoli è rimasto fuori dalla Champions, il salotto buono dove Max voleva tornare ad accomodarsi dopo due anni da spettatore. Resta per il presidente, per il nuovo tecnico e per gli azzurri la speranza di una riammissione nel caso in cui la Uefa decida di estromettere la Juve, capofila della Superlega finita sotto processo con Barça e Real. Sarebbe il primo scherzo della stagione di Spalletti ad Allegri. Intanto, bentornati. Aspettando che ritrovi il posto che gli spetta un maestro come Sarri e che Conte plachi le sue ansie guidando un’altra big all’estero. Sulla panchina dei campioni d’Italia ci sarà Simone Inzaghi, non convinto dalla proposta della Lazio: questa è l’occasione della vita per lui.
Fonte: F. De Luca (Il Mattino)