Il Giro d’Italia dell’allenatore (ma un po’ anche un tour d’Europa) da ieri ha ufficialmente una nuova maglia rosa: è Luciano Spalletti a indossarla. E l’impressione è che riuscirà a conservarla fino alla fine, anche se qualche piccola insidia dovrà ancora superarla prima del traguardo dell’ultima tappa pur non essendoci cime Coppi da scavallare. Tradotto: è lui il vincitore del casting di De Laurentiis per la successione di Gattuso. Detto questo, calma. Perché come sempre tra clausole, diritti di immagine, trattative con i collaboratori, c’è ancora qualcosa da definire. E il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Le operazioni sono (ri)partite da quando il patron azzurro ha incassato il dietrofront di Sergio Conceiçao che era certo di aver convinto con una telefonata. Troppo ottimismo (ingiustificato) rispetto ai depistaggi, al fumo negli occhi e ai giochetti che un po’ tutti fanno in questo mondo e in questa fase della stagione. Mica solamente De Laurentiis. Insomma, a un certo punto il presidente si è ritrovato a dover scegliere tra Galtier e Spalletti: il primo preso dalle turbe dei tanti corteggiatori ai suoi piedi (dal Nizza al Lione), l’altro invece fin dalle prime chiacchiere pronto a venire a Napoli per coronare un inseguimento iniziato almeno nel 2012. Da qui la scelta. Nessun ripensamento su Sarri, invocato a gran voce dalla tifoseria come salvatore della patria: il tecnico di Figline non ha ricevuto telefonate da De Laurentiis. P. Taormina(Il Mattino)