Sergio Conceiçao conquista rapidamente e anche un po’ a sorpresa la pole position nella corsa alla panchina del Napoli. Con Galtier che resta un passo indietro. Ma De Laurentiis è certo di avere in tasca il sì del tecnico che nelle ultime quattro stagioni ha guidato il Porto alla conquista di due campionati portoghesi. Insomma, sarebbe lui il prescelto anche in queste ore deve incontrare il numero uno del club lusitano. Non sembra, questa, l’infatuazione del momento. Una delle tante di De Laurentiis che ha pensato, di volta in volta, in questi ultimi mesi di affidare il Napoli del dopo Gattuso ai vari Spalletti, Allegri, Galtier, Italiano, Juric e Inzaghi in un valzer di successori senza precedenti. L’accelerata in direzione Conceiçao dopo una lunga notte insonne, per la delusione della Champions fallita. Poi la telefonata verso le 8 del mattino, alla luce del quinto posto e della rivoluzione anche tecnica che si annuncia per questa estate. È sicuro, il patron azzurro che ieri ha pure festeggiato i suoi 72 anni, di averlo convinto nel corso della lunga telefonata fatta nella mattinata (dopo una serie di chiacchierate nelle settimane passate), attraverso colui che per certi versi segue i suoi affari, ovvero il solito Jorge Mendes, agente anche di Gattuso. Di sicuro, il primo effetto del colloquio è l’arrivo domani in Italia perché possa esserci il primo faccia a faccia tra il presidente del Napoli e l’ex laziale. L’impressione è che l’affare sia a discreto punto e che davvero Conceiçao non veda l’ora di iniziare la sua prima avventura in serie A. Ma più di qualche dettaglio (e non proprio di secondo piano) manca alla firma prima di poter dare l’operazione in dirittura di arrivo. Una scommessa per tutti, per De Laurentiis certo, ma anche per Conceiçao. Il casting è chiuso? Calma. Resta pieno zeppo di nomi e di depistaggi perché De Laurentiis ha fatto tutto da solo. De Laurentiis fa filtrare qualcosa in anticipo, forse perché davvero convinto che l’affare sia fatto. Ma potrebbe essere anche un altro tranello. Uno dei tanti. Certo, in un modo doveva reagire dinnanzi alle critiche scoppiate tra i tifosi dopo la mancata qualificazione in Champions. Un po’ tutti tirano in ballo le sue responsabilità principali per avere per tre mesi stordito Gattuso con le confuse strategie societarie nella ricerca (pubblica) di un successore. P Taormina (Il Mattino)