I pm hanno depositato i nuovi capi di imputazione e ora toccherà al giudice Orlando Diaz stabilire come procedere. Il documento di 29 pagine è spietato. Racconta di atteggiamenti cinici, glaciali, distaccati. E peggiora la posizione di chi è stato vicino a Maradona. Dando ragione alla tesi di Dalma e Gianinna, le figlie del Pibe. In primo luogo a essere tirato in ballo è Luque, 39 anni, il neurochirurgo che negli ultimi anni è sembrato una specie di ombra per Diego. Ecco, secondo le accuse, avrebbe ignorato i sintomi che Maradona ha avuto tra l’11 e il 25 novembre: «Aveva piena conoscenza dei sintomi ma evitava di frequentare o fornire adeguate cure mediche, non garantendogli controlli e accertamenti cardiologici, evitando di convocare specialisti in malattie cardiovascolari, epatiche e renali. Inoltre, in modo sistematico, ha ignorato e sottovalutato i sintomi e i segni compatibili con lo scompenso cardiaco che gli sono stati segnalati», si legge nella relazione che è un pugno nello stomaco. I pubblici ministeri menzionano un giorno particolare: il 18 novembre, una settimana prima della morte. Quel giorno, diverse persone che hanno visitato Maradona hanno fatto notare a Luque che era estremamente gonfio e la risposta del neurochirurgo era sempre quella di ridimensionare la situazione. Che poi è precipitata. «Di fronte agli avvertimenti sullo stato di salute del paziente riguardo al suo gonfiore, si è astenuto dall’agire secondo le regole, assumendosi il rischio evidente, noto e prevedibile che ciò comportava, che ha quindi approvato con disprezzo». Sì, disprezzo. Anche per quanto riguarda Agustina Cosachov, la psichiatra entrata nel circolo medico di Diego nei primi mesi del 2020, le accuse sono dure. Nella relazione, si fa notare che i farmaci che ha somministrato a Maradona