I promotori della Superlega avevano con la Fifa un accordo sotterraneo per sostenere il progetto da
Secondo il NYT l’accordo prevedeva il pieno sostegno Fifa in cambio della partecipazione gratuita delle squadre coinvolte al Mondiale per club. Ciò avrebbe fruttato alla Fifa quasi un miliardo l’anno da
Sarebbero state le pressioni di Ceferin, allarmato da voci di corridoio, a costringere la Fifa a una dichiarazione pubblica con cui sconfessava il 21 gennaio i progetti di leghe “chiuse”, minacciando di vietare ai tesserati delle squadre la partecipazione ai Mondiali. Grande sarebbe stata la sorpresa dei “congiurati” ma si interpretò la particolare sfumatura nel wording del comunicato, il riferimento a leghe “chiuse” (la Superlega prevedeva invece cinque posti aperti ad altri club) come un escamotage Fifa per tenere il piede in due staffe. Non è chiaro cosa avrebbe portato Infantino a sfilarsi dall’operazione ma all’indomani dell’annuncio non sfuggì il tono, tutto sommato conciliante, con cui la Fifa ne prendeva le distanze, in confronto con le invettive fiammeggianti del presidente Uefa che definiva gli avversari «serpenti bugiardi».
L’intrigo politico non deve sorprendere. Come scritto in passato, la Superlega è il culmine del conflitto di potere tra i top club padroni dello spettacolo calcistico, da una parte, e tutti gli altri beneficiari della distribuzione semi-democratica dei proventi, dall’altra. I primi ritengono squilibrati gli investimenti necessari ad allestire rose miliardarie rispetto ai gettoni che l’Uefa ripartisce a pioggia tra club e
Quando il complesso di investitori che possiedono le squadre iconiche del football continentale ha avuto la grande idea, ha subito trovato nelle alte sfere Fifa una sponda molto interessata. La crisi da cui il football è stato scosso con l’esplosione della pandemia ha fatto da detonatore accelerando il conflitto. Nessuno può escludere oggi che la partita sia finita e che non vi sia un secondo tempo, da giocare magari tra qualche anno.
Alessandro F. Giudice (CdS)