Le ultime parole il 30 novembre, cinque giorni dopo la morte di Diego Armando Maradona: una difesa del suo operato tra le lacrime, chissà quanto sincere. Il neurochirurgo Leopoldo Luque, indagato per omicidio colposo dai magistrati di San Isidro, ha concesso una lunga intervista a Telefé Noticias a pochi giorni dal deposito della perizia degli specialisti incaricati dalla procura di accertare come l’ex campione era stato seguito dai suoi medici di fiducia. Le conclusioni del rapporto sono state molto pesanti per Luque e altri due medici, la neuropsichiatra Agustina Cosachov e lo psicologo Carlos Diaz: secondo i media argentini, rischiano un’imputazione ancor più grave dell’omicidio colposo e l’arresto.
In questa intervista Luque ha voluto chiedere scusa alla famiglia di Maradona per alcuni suoi audio che sono stati diffusi nelle scorse settimane, come «il grassone sta morendo». Ha spiegato: «Mi auguro che i magistrati mi restituiscano i cellulari perché ci sono messaggi molto affettuosi. Io ho seguito Diego e gli ho voluto bene, non mi sono mai approfittato di lui né l’ho derubato. Sono un neurochirurgo e ho cercato di svolgere il mio ruolo nel migliore modo possibile, non ho mai rivendicato altri ruoli, come quello di responsabile dello staff sanitario». Ma agli atti c’è una dichiarazione fatta da Luque al tribunale di Miami, in relazione alla causa di Maradona nei confronti della ex moglie Claudia Villafane (la accusò di averle sottratto quattro milioni di dollari per investimenti in Florida), in cui lo specialista si dichiara «capo della équipe multidisciplinare» che seguiva il Pibe.
In realtà, dopo l’intervento neurochirurgico del 3 novembre Luque non aveva più visitato Maradona. Debolissima la spiegazione del professionista: «C’erano infermieri che facevano riferimento ad altri medici». A Telefé Noticias il medico ha dichiarato di «avere fiducia nella giustizia ma non in questa commissione medica perché la relazione è stata parziale, con errori concettuali». E infatti ne ha chiesto la ricusazione al giudice Orlando Diaz. Ma l’aria per Luque è sempre più pesante e stavolta non soltanto dal punto di vista mediatico.
F. De Luca (Mattino.it)