Da Il Mattino uno stralcio dell’intervista a Ferlaino:
Avrebbe potuto diventare deputato dopo aver vinto il primo scudetto: perché rifiutò?
«La Dc mi aveva messo in lista, corsi da De Mita per raccomandarmi affinché mi escludesse, esattamente il contrario di quello che avrebbero fatto tutti. Dissi al segretario della Dc che mia moglie Patrizia Boldoni era comunista e che sarebbe scoppiata una guerra in famiglia. Una scusa, ovviamente. Io ho fatto solo due lavori: imprenditore e presidente del Napoli. E ne sono stato felice. Avrei voluto una vita spensierata, in giro per il mondo. Invece, è stata una bella quotidiana sfida».
Lei, che non ha voluto fare il politico, al nuovo sindaco di Napoli cosa chiederebbe?
«Ci vogliono progetti intelligenti e idee geniali per fare esplodere nuovamente la città, anzitutto sul piano turistico. Vorrei un sindaco con la cazzimma e intanto mi aspetto una legge speciale per eliminare l’indebitamento di una città che è stata capitale: nessuno lo dimentichi».
Ha lasciato il Napoli nel 2002: perché non è più andato allo stadio?
«Vado a vedere la Nazionale, ho la tessera d’onore. Il Napoli no, perché la mia presenza rischiava di essere indigesta: ricordo bene quando andavano male le cose e i tifosi acclamavano i miei predecessori».
Ha mai pensato di creare un’altra squadra a Napoli?
«Mai, io fatto il presidente del Napoli e non avrei mai potuto esserlo di un altro club. Sono nato in via Giorgio Arcoleo, vedevo il mare e il Vesuvio. Ho provato a vivere a Roma e Milano, ma non faceva per me».
F. De Luca (Il Mattino)