Ferlaino: “Ecco come son diventato presidente del Napoli. Ma come abbiamo fatto a perdere lo scudetto del 1988?”

L’ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino in uno stralcio della lunga intervista rilasciata a Il Mattino:

Perché diventò presidente?
«A mia insaputa l’amico Verga mi inserì in una cordata di venti soci. Venti, capite? E venti che non volevano tirare fuori una lira ma pretendevano di comandare. Ero giovane, ricco, con aereo privato e yacht. Ma chi me lo faceva fare? Alla fine, però, feci un’offerta per tutto il Napoli e cominciò la storia. Capii molto presto cos’era il calcio».
Quando?
«In una partita a San Siro contro l’Inter nel 71: è passato mezzo secolo ma sembra ancora attuale. Eravamo in vantaggio grazie al gol di Altafini e nell’intervallo Mazzola alzò la voce con l’arbitro Gonella. Vinse l’Inter. E per me fu una lezione perché compresi che per vincere servivano campioni e rapporti forti. E mi misi al lavoro. Creai le relazioni con Federcalcio e Lega. Acquistai Savoldi, feci un tentativo per Rossi. E poi Maradona, con il fondamentale aiuto di Juliano e Celentano».

Senza Maradona il Napoli non avrebbe vinto lo scudetto?
«Mi chiedo ancora come mai perdemmo quello dell’88. Per amor di Dio, i calciatori erano onestissimi, però Napoli era la centrale del totonero. La squadra crollò e vinse il Milan. Da allora misi dei premi altissimi e già molto elevati erano gli stipendi dei calciatori. Affrontavo battaglie impari contro le multinazionali ma con grandissimo orgoglio napoletano».

F. De Luca (Il Mattino)

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