Il Napoli ha ribaltato la classifica e a 180 minuti dalla fine del campionato guarda dall’alto una Juve terremotata e se la batte con Milan e Atalanta ad armi pari. Non sai se vale di più l’ipoteca sulla Champions o la ritrovata certezza che questa squadra può puntare – domani – a qualunque obiettivo. Ma l’una e l’altra evidenza sono il retrogusto dolce-amaro di Napoli-Udinese. Perché con gli occhi al passato, è una stagione buttata via. Ma se li volgi al futuro, già vedi un nuovo ciclo.
Il punto è chi lo guiderà. Perché dietro la cortina del silenzio stampa che lo spogliatoio ha alzato ormai da quasi tre mesi, la partenza di Gattuso è data ancora per possibile, anche se non più per probabile. La distanza tra De Laurentiis e il tecnico è ancora siderale, ma il funambolico presidente è uomo dai recuperi inaspettati.
Non è vero che le due facce del Napoli siano solo l’effetto degli infortuni e del Covid. È vero che il tecnico calabrese ha preso consapevolezza del materiale umano di cui dispone e ha osato di più, adattando il modulo ai suoi talenti, e non viceversa. Questa sintonia tra le idee e la realtà la vedi tutta nella salute atletica e tecnica di Insigne. Che è il termometro, oltre che il leader di questa squadra. Quando lui è a suo agio, il Napoli gira come una macchina perfetta. Bisogna tornare all’era Sarri per ricordare una continuità così lunga di prestazioni qualitative di alto livello. Ma, di più, è del tutto inedita la maturità tattica dello scugnizzo geniale, capace oggi di lasciare la fascia sinistra per cambiare gioco dal centro o per riparare in difesa, senza smettere di essere per i compagni un riferimento costante.
Sta per concludersi un campionato stranissimo, condizionato pesantemente dalla ventunesima squadra in gioco, di nome Covid football club. Un avversario insidioso, che ha fiaccato la salute e lo spirito, amplificando i punti di debolezza di ogni gruppo squadra, su cui si è abbattuto. Alla fine di questo percorso, due formazioni, il Napoli e l’Atalanta, avanzano in progressione, una terza, il Milan, procede a salti, una quarta, la Juve, ha smarrito la strada e non sembra avere alcuna bussola per ritrovarla.
Questa fotografia incoraggia gli azzurri a sentirsi fiduciosi. Ma il colpo di coda non si può escludere, perché i 180 minuti che restano sfuggono a qualunque previsione. Chi esce dalla Champions perde ribalta internazionale e tanto, tanto denaro: per Juve e Milan l’esclusione sarebbe una scure sulle ambizioni e un libera tutti per molti campioni. Per essere sicuri di farcela, gli azzurri devono superare vincenti lo scoglio di Firenze, con una difesa orfana ancora di Koulibaly. I viola potrebbero essere già salvi, ma sarebbe un errore considerarla una passeggiata.