Gavillucci, arbitro: “Qualcosa nella valutazione degli arbitri non funziona”

Su Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Claudio Gavillucci, arbitro, ecco le sue parole: Il Collegio di Garanzia dello Sport ha rigettato il ricorso degli arbitri Baroni e Minelli? Purtroppo sì, attendiamo le motivazioni, così da poterle commentare, anche se le sentenze vanno sempre rispettate. La cosa certa, oggi, è che questa vicenda non ha vincitori, ma comporta solo grandi imbarazzi e un‘immagine dell’Associazione ancora una volta ridimensionata. Come avevo anticipato nel mio libro ‘L’uomo nero’, qualcosa nel sistema di valutazione degli arbitri non funziona e, a distanza di due anni, siamo ancora qui a commentare questi malfunzionamenti. È evidente che chi era predisposto a mettere mano a questo argomento non ha preso in considerazione seriamente la cosa. Conoscendola già da tempo, speravo che Trentalange prendesse una posizione più netta sulla questione e con un atto di forza si svicolasse dalla dipendenza delle dinamiche giuridiche e federali. È chiaro che, al di là delle buone intenzioni dei singoli, servirebbe un atto di forza dell’intero movimento per garantire un’indipendenza vera dell’AIA rispetto alla FIGC. Gli aspetti coinvolti sono tanti e il sistema di rapporti di subordinazione tra arbitro, designatore, Designatore Comitato Nazionale, insieme a un sistema di valutazione retrogrado e ancora poco trasparente, non dà garanzie agli arbitri, i quali, da soli e senza tutele contrattuali adeguate, non possono combattere contro possibili storture subite. Per rendere la valutazione più equa, togliendo forza a quella espressa da un singolo, si potrebbe inserire, come accade in Inghilterra, il voto delle due squadre che vengono arbitrate, anche se ciò non risolverebbe tanti altri problemi. Sarà la delusione o la stanchezza, ma sto seriamente pensando di ritirare il mio ricorso per ottenere di nuovo il tesserino come associato, perché c’è forse la consapevolezza che il mio ideale di Associazione sia troppo lontano dalla realtà”

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