Napoli-Cagliari: termina in parità, sul punteggio di 1-1 la sfida del “Diego Armando Maradona” tra i partenopei e gli isolani.
La sfida di ieri pomeriggio Napoli-Cagliari ha fatto nuovamente allontanare i partenopei dalla zona play off, a vantaggio di Juventus e Milan, ora avanti di due punti. Ecco di seguito i principali spunti del match:
- La festa degli scolaretti: tutta la settimana dopo aver agguantato Milan e Juventus al terzo posto, in casa Napoli si è festeggiato davvero tanto come se le ultime cinque gare fossero una pura formalità. Anche se il Cagliari era una delle squadre più in forma in assoluto alla vigilia e fare l’errore di sottovalutarlo è davvero un peccato originale. Eppure gli azzurri erano anche passati in vantaggio poco prima del quarto d’ora e hanno avuto diverse clamorose occasioni per il raddoppio. Invece nel finale gli ospiti hanno agguantato un preziosissimo pareggio che pesa tantissimo, anche se in maniera diversa, per entrambe le squadre.
- La trappola: l’atteggiamento dell’arbitro è stato chiaro fin dai primi minuti, quando su una trattenuta nei confronti di Zielinski non ha ammonito l’avversario. E così Insigne, ieri troppo sotto tono, e compagni si sono lasciati sempre più innervosire dai falli non fischiati e dall’atteggiamento irritante del fischietto. Minuto dopo minuto i calciatori si sono fatti intrappolare e hanno iniziato un’inutile guerra nel chiedere punizioni che difficilmente il signor Fabbri avrebbe fischiato. Se qualcuno crede che si lasci andare il Napoli in Champions tanto facilmente a discapito delle due avversarie a strisce è davvero fuori strada. Vedere Milan-Benevento e Udinese-Juventus per maggiori informazioni, con i due arbitri di Cagliari-Juventus (Calvarese e Chiffi) in cui Ronaldo non fu espulso, a decidere le sorti della lotta Champions.
- Gli scoppiati: i partenopei ormai da diverso tempo hanno ritrovato la rosa quasi al completo e giocano solo una volta a settimana, essendo fuori da ogni competizione europea. Eppure mi ha colpito davvero tanto vedere ieri Zielinski in panchina stremato e disteso sul prato dopo il cambio, Koulibaly soffrire di crampi, Fabian (tra i migliori in assoluto negli ultimi due mesi) spettatore assoluto e persino Mertens affaticato, pur essendo entrato a venti minuti dal termine. Sicuramente la stagione è logorante per tutti ma segnali di difficoltà fisica finora non se ne erano palesati, e questo deve suonare come un piccolo campanello d’allarme. C’è da stringere i denti…
- Il dodicesimo sigillo: sta diventando francamente un incubo personale del sottoscritto la costante presenza di Mazzoleni al Var nelle partite del Napoli. Dodicesimo gettone stagionale, molti più di Lobotka per intenderci, con i partenopei e la sensazione di un “conto aperto” che questo signore non chiuderà mai con la città. Anche ieri durante l’azione del presunto raddoppio ha fatto finta di non vedere che Osimhen non avesse toccato l’avversario. Non si tratta di essere “piangino”, ma ogni squadra ha un arbitro mal digerito. Ad esempio Maresca è notoriamente poco gradito alle milanesi e per questo viene designato davvero raramente per i loro match. Non si capisce perché questo signore (ma un giorno scopriremo la verità, magari con un secondo libro dopo quello nel quale indicò Hamsik come il calciatore più antipatico della Serie A!) gira e rigira finisca sempre a condizionare le gare del Napoli. Mazzoleni ha saputo ribaltare qualunque legge della statistica perché in questa stagione (e non solo) neanche una volta in caso di dubbio si è schierato in favore degli azzurri.
- La fotografia: potremmo criticare Gattuso per la gestione del match e per i cambi, ma francamente a quattro turni dalla fine servirebbe davvero a qualcosa? Ora non è il caso perché c’è da lottare spalla a spalla per raggiungere lo stesso obiettivo. Era difficile da pronosticare personalmente che questa squadra le vincesse davvero tutte sino al termine del campionato, c’era semmai da sperare che lo stop arrivasse il più tardi possibile. Ma ormai il dado è tratto e bisogna soltanto resettare e mantenere la lucidità in ogni singola gara perchè non si può più sbagliare. Piuttosto che il tecnico e la squadra facciano quadrato sul perché vengano sprecate così tante occasioni in avanti (anche ieri più di venticinque conclusioni) e perché ogni volta che c’è da spiccare il volo si cada puntualmente nelle solite paure. Sembra la fotografia dei problemi vissuti a inizio stagione, che però in questa fase pesano come macigni. Questione di dettagli..
Articolo a cura di Marco Lepore