Gattuso ha la fila. Ovvio che sia così. Così come c’è la fila per la panchina del Napoli. Rino è stimato ovunque, non solo in Italia (attenzione alla Juventus e anche al ritorno di fiamma del Milan) ma anche all’estero, dove il suo agente Mendes valuta una serie di offerte dalla Premier. D’altronde, la sua avventura napoletana gli consente di poter davvero mirare in alto. De Laurentiis sa bene che il no di Gattuso è dietro l’angolo. D’altronde, all’incontro non ci andrà neppure tanto convinto. Ecco perché nomi come Italiano, Juric e Spalletti continuano a circolare e neppure così tanto sotto traccia: lo vuole la logica. Invece da un paio di mesi chi vive intorno al Napoli ha la sensazione di essere immerso in un racconto di Asimov o in una favola dei Grimm, un mondo virtuale a metà tra il fantascientifico e il fiabesco perché si fa fatica a credere a una separazione tra il Napoli e Gattuso. In ogni caso, il casting di De Laurentiis ha visto contatti con una decina di allenatori, per consultazioni e valutazioni (solo Sarri non è mai stato contattato proprio perché l’addio è stato pieno di veleno). Da tener in considerazione anche le candidature di Fonseca e di Inzaghi. Ma prima bisogna chiudere i conti con Gattuso, l’allenatore a cui era stato chiesto di rimettere in sesto la squadra dopo la gestione di Ancelotti e che, in caso di qualificazione in Champions, avrebbe centrato tutti gli obiettivi fissati. Uno a uno.
P. Taormina (Il Mattino)