Torino-Napoli- È un lunedì dolcissimo per i partenopei che si impongono in casa dei granata col punteggio di 2-0 e agganciano la zona Champions
Si è giocata ieri sera sotto una pioggia intensissima la sfida Torino-Napoli, posticipo della 33° giornata di campionato. Due reti in meno di un quarto d’ora permettono ai partenopei di tornare a casa con tre punti pesantissimi. Ecco i principali spunti del match:
- Il prestigiatore: c’è un giocatore nel Napoli che da qualche mese ci fa davvero tornare bambini, stupendoci con effetti speciali. Zielinski è finalmente sbocciato nel ruolo scelto dal suo tecnico in questa stagione e ogni sua giocata sembra una vera magia. Verticalizzazioni, accelerazioni con la palla al piede, giocate di prima, assist di tacco e veroniche. Sarebbe quasi da aspettarlo passare a fine spettacolo col cappello abbassato per regalargli la meritatissima mancia, come un vero artista di strada.
- Il grande rimpianto: da due partite a questa parte stiamo vedendo un Bakayoko in grande spolvero, ieri autore di una prodezza forse addirittura superiore a quelle di Ruiz. Gattuso gli concede ancora una chance, dimostrando che averlo richiesto al presidente nella scorsa estate non era una scelta azzardata. Fino a dieci giorni fa era un calciatore ritenuto da quasi tutti (critica e tifosi) piuttosto inutile. Un domani potrebbe diventare uno dei più grandi rimpianti per il Napoli..
- Sette sul campo: ancora Osimhen, sempre e solo lui a dividere la piazza. È bravo o non sa giocare a pallone? La settima rete in campionato non farà cambiare comunque posizione tra le parti, perché i criticoni diranno che è stato un rimpallo e ha sbagliato altre reti. Io personalmente da tempo mi sono iscritto al partito di chi ritiene che abbia tanti margini per diventare molto forte. Non solo il gol ma anche un salvataggio sulla linea e un’intesa coi compagni che cresce sempre più. Ha margini per diventare devastante..
- Il banchiere: tutti ad esaltare la prova contro l’Inter (sicuramente non io), ma il vero Demme lo si è visto ieri sera. Una vera e propria diga nel distruggere il centrocampo avversario e sempre prezioso quando chiamato a impostare il gioco, il tedesco è talmente prezioso che personalmente gli affiderei sempre oltre che il pallone anche i miei (pochissimi) risparmi.
- L’ultima chiamata: ok siamo tutti certi che Hysaj non sia stato inserito nella lista dei candidati al Pallone D’Oro e che probabilmente da un punto di vista qualitativo non sia complesso trovare di meglio. Ma questo ragazzo per età, salute, duttilità tattica e conoscenza della piazza partenopea meriterebbe il rinnovo. Ieri in Torino-Napoli è stato uno dei migliori in campo sulla fascia non sua e, oltre a garantire la solita copertura, ormai sta imparando anche a proporsi. Insomma per un paio di centinaia di migliaia di euro (anche se non vorrei farli passare per bruscolini) forse la società dovrebbe fare un passo indietro e farlo firmare.
- L’ansia da tifoso: c’è un merito che va riconosciuto in particolare a Gattuso da tante partite, ovvero quello di smettere di ascoltare le voci e fare quadrato con i suoi ragazzi, coinvolgendoli tutti. Addetti ai lavori e tifosi continuano a proporre tabelle e ipotesi di punti necessari, ma il buon Rino ha finalmente capito (forse troppo tardi e lo pagherà a sue spese) che non deve lasciarsi distrarre dall’esterno ma restare concentrato su un avversario per volta. E poi diciamola tutta, nella città più scaramantica del mondo quelle tabelle hanno sempre portato di un male..
Articolo a cura di Marco Lepore