Walter Baseggio (Ex Red Devils): “All’Anderlecht pensavamo che Mertens fosse troppo piccolo per il campionato italiano”

Da circa due anni è assessore comunale allo sport di Tubize, città al centro del Belgio distante circa 25 km da Bruxelles.

Stiamo parlando di Walter Baseggio, il quale vanta una lunga carriera da mediano vissuta soprattutto tra le fila dell’Anderlecht, con cui ha giocato anche la Champions.

Senza dimenticare le 27 presenze, impreziosite da 1 gol, con la casacca della Nazionale dei “diavoli rossi”.

Nel suo lungo percorso calcistico c’è stata anche una parentesi in Italia: da gennaio 2006 all’inizio del 2007 Baseggio ha infatti militato tra le fila del Treviso.

I biancocelesti lo avevano ingaggiato durante la prima e unica stagione in Serie A della storia del club, all’epoca in mano a Ettore Setten.

A “Europa Calcio“, l’ex mediano ha ripercorso quei dodici mesi nella Marca e non solo.

Come procede questa sua nuova carriera da assessore?
“Lavoro a Tubize, dove sono nato e cresciuto. Mi ha sempre attirato l’idea. Conoscevo già molte persone e lo faccio per lo sport. Essere eletto è stato un grandissimo piacere, devi essere sempre rispettoso della gente. Sono molto soddisfatto di quello che sto facendo ma, proprio come nel calcio, c’è ancora molto da fare”.

Solitamente, una volta appesi gli scarpini al chiodo, i calciatori restano sempre in quel settore, magari come allenatori, dirigenti o procuratori. La sua è una specie di “anomalia”.
“Ma io resto comunque legato al calcio: da quasi dieci anni lavoro in tv e in radio commentando le partite, in particolare della Serie A.
Nel 2009 ho dovuto smettere di giocare a causa di un piccolo problema di salute, volevo continuare fino a 35 anni ma non è stato possibile”.

Durante la sua carriera è stato anche dodici mesi al Treviso. Cosa ricorda di quel periodo?
“È stata una esperienza positiva, ero felicissimo perché mio padre ha origini di Ponzano, un paese lì vicino. Sarò sempre orgoglioso di aver vestito la maglia biancoceleste. È stato un anno difficile a causa della società, ma in campo abbiamo sempre dato il massimo e provammo a salvarci in ogni modo. Eravamo un bel gruppo, con i miei compagni di squadra scherzavo spesso, soprattutto con Borriello. Peraltro a Treviso, poco prima di me, aveva giocato anche il mio grande amico Jean François Gillet, un portiere eccezionale”.

E della città cosa le è rimasto?
“Treviso è bellissima, la qualità di vita è ottima. Anche i trevigiani mi sono sempre piaciuti, sono molto allegri e solari. Inoltre, ma questo vale per tutta Italia, il mangiare è ottimo (sorride, ndr)”.

Segue ancora il Treviso?
“Certamente, ora la squadra è in Promozione, ma deve assolutamente risalire come minimo di due categorie. La piazza e i tifosi lo meritano. Io ho ancora dei parenti lì, quindi sono sempre rimasto legato a Treviso”.

Come accennava prima, lei fa anche l’opinionista televisivo per il calcio. Che idea ha della Serie A attuale?
“Negli ultimi cinque anni il livello si è molto alzato, c’è un gioco molto più offensivo. Inoltre ci sono diversi allenatori che stimo molto, su tutti Conte, Allegri e Spalletti”.

Peraltro, due protagonisti del nostro campionato sono i suoi connazionali Mertens e Lukaku.
“Li conosco bene entrambi, soprattutto Mertens. Quando era all’Anderlecht spesso mi allenavo con Dries, si vedeva che aveva delle grandissime qualità. L’Anderlecht ha sbagliato a mandarlo in Olanda. Quando il Napoli lo prese pensavamo tutti che fosse troppo “piccolo” per il campionato italiano, invece si è inserito benissimo. Probabilmente, se anziché nel 2013 fosse arrivato tre anni dopo, quando il livello è notevolmente cresciuto, avrebbe fatto ancora meno fatica”.

Fonte: Europa Calcio

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